TENNIS – Dalla nostra inviata a Stoccarda
Perdere è sempre frustrante, sopratutto sei sei una combattente come Roberta Vinci. Ma oggi contro Laura Siegemund, che giocava a casa (letteralmente, abita a pochi chilometri del Porsche Arena) l’Italiana non ha potuto molto. Sia per la determinazione della tedesca sia per il problema al piede che le ha fatto anche pensare al ritiro. E adesso la costringere forse a rivedere i suo programmi per i prossimi tornei.
Ieri ci aveva detto che Siegemund giocava un tennis Champagne ma lei oggi ha tirato fuori la bottiglia Magnum.
«Ha giocato bene, era molto in fiducia, su un campo su cui ha giocato tante partite, con il pubblico dalla sua era come giocare in Fed Cup. Ed è giusto che sia così, per una tennista che gioca in casa. Io sono stata molto sotto tono. Non ho mai giocato un bel tennis, non sono mai stata decisa e aggressiva. Pensavo ai miei problemi fisici. Non mi riuscivo a muovere. Già sul due a uno del primo set ho chiamato Francesco Cinà. Non ero brillante, non stavo bene. Questo problema con il piede mi sta massacrando il cervello. Oggi lei è stata molto più aggressiva di me dal servizio, dalla risposta. Anche dal linguaggio del corpo si capiva. Lei ad ogni punto si incitava, io sembravo uno zombie in campo. E’ giusto che abbia vinto lei. Penso di aver dato tanto già tanto nelle partite precedenti. Io rido…ma mi gira eh! Sono arrabbiata nera!» Diciamo che una un termine molto più colorito.
Con i problemi fisici con cui sei arrivata, ti saresti aspettata un quarto di finale?
«No, devo dire la verità, non dopo le due partite brutte che ho giocato in Spagna in Fed Cup, dove non mi sentivo completamente bene e competitiva. Ho giocato con due giocatrici molto forti, ma non mi sono piaciuta. Sono venuta qui e non mi aspettavo di vincere due bei match. E ho espresso anche un bel tennis. Oggi qualcuno potrebbe dire “Hai perso con una qualificata”, ma secondo me, sono tutte forte, a modo suo sono tutte competitive. E lei ha giocato bene, in fiducia, con tutto il pubblico, ci può anche stare una sconfitta del genere».
Poi tu non hai giocato benissimo, il tennis è un po’ un’altalena.
«Ma infatti il tennis è una bilancia, se una gioca molto bene l’altra scende e viceversa. Il problema è che oggi non sono mai riuscita a stare nel match, il secondo set un pochino meglio ma, non so da fuori, ma si vedeva che non c’ero».
Il tuo linguaggio del corpo era negativo…
«Si era molto negativo e forse era meglio ritirarsi a quel punto. A me non piace ritirarmi, anche se prendo un 6-1 6-1 e rischio una figuraccia io voglio cercare di finire la partita. Non mi piace ritirarmi, non ero in condizione, forse era meglio ritirarsi. Ho dato il massimo, ci ho provato. Pazienza».
Per i prossimi tornei, continui con il tuo programma?
«Ora vediamo, parlerò con Francesco. Ancora non sono sicura del mio programma. Se sia il caso di fermarsi. Oppure continuare a giocare e allo stesso tempo proseguire nei trattamenti al piede. Mi piacerebbe giocare il torneo di Praga. Ma devo decidere con calma».
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