TENNIS – Di GIANCARLO DI LEVA. Djokovic, dominatore assoluto del circuito da almeno un anno e reduce da 29 match vinti consecutivamente (escludendo il ritiro contro Lopez a Dubai per infortunio), perde incredibilmente all’esordio contro il ceco Vesely, che non aveva mai battuto un top 10 ed era stato sull’orlo del baratro all’esordio nel torneo contro il russo Gabashvili (3/6 3/5 sotto).
La caduta del n.1 del mondo ha riaperto il ventaglio dei possibili vincitori includendo tra questi anche due new entry, Thiem e Goffin, i due giovani che hanno fatto in questa prima fase della stagione i progressi più evidenti – tradottosi in risultati tangibili e progressi importanti in classifica – ma che, alla prova del nove, hanno mancato l’occasione per cogliere il grande risultato che nel loro caso significa approdare almeno in finale di un Masters 1000.
Alla fine abbiamo assistito alla risurrezione di Nadal che con sofferenza, ricorrendo all’inesauribile orgoglio che lo ha sempre accompagnato, si è riappropriato del suo feudo più caro dopo il Roland Garros, alzando la Coppa del Principato per la 9° volta su 10 finali disputate. Si sapeva che la stagione sulla terra di quest’anno sarebbe suonata per il tennista maiorchino come ultima chiamata, ma era difficile prevedere un ritorno così perentorio dopo le ultime deludenti prestazioni sul cemento americano.
E’ un ottima notizia per il tennis che, in attesa della maturazione definitiva che prima o poi ci sarà di qualche talento acclarato marcato “anni 90”, vede rivitalizzare la sfida infinita tra i Fab Four che con la vittoria di Nadal ottenuta ieri, allungano a 15 la striscia di vittorie consecutive (da quella di Federer a Cincinnati nel 2014) e a 45 quelle complessive (su 48) dal 2011!!
Con la vittoria di ieri Nadal riagguanta immediatamente Diokovic che lo aveva scavalcato con la vittoria di Miami, arrivando a 28 vittorie in tornei Masters 1000 e ciò in coincidenza con la 100° finale giocata in carriera nel circuito maggiore (di cui vinte 68).
Ci sono a questo punto tutti gli ingredienti affinchè la rivalità Djokovic-Nadal diventi il principale motivo d’interesse della stagione sulla terra appena iniziata.
Altri numeri del torneo:
3 – le semifinali giocate (e perse) da Murray contro Nadal (2011-2013-2016)
6 – le sconfitte di Djokovic al 1° turno dei tornei Masters 1000 negli ultimi 9 anni
16 – gli anni trascorsi dall’ultima volta in cui erano stati eliminati all’esordio i finalisti dell’anno precedente: quest’anno è toccato a Djokovic e Berdych; nel 2000 furono Kuerten (vincitore l’anno prima) e Rios.
30 – i game giocati nella finale tra Nadal e Monfils: sfiorato il record di 31 game sulla breve distanza realizzato nel 1974, quando il rodesiano Pattison ebbe la meglio su Nastase (5/7 6/3 6/4), ed eguagliato nel 2014 quando Wawrinka sconfisse Federer (4/6 7/6 6/2).
70 – gli anni trascorsi dall’ultima semifinale tutta francese prima di Tsonga-Monfils di quest’anno. Nel 1946 si affrontarono in semifinale i francesi Abdessalam e Petra che poi fu sconfitto in finale dal connazionale Pelizza.
Tre azzurri presenti (Fognini,Lorenzi e Cecchinato grazie ad una WC) e un solo match vinto grazie al derby tra Fognini e Lorenzi, con vittoria di quest’ultimo alla prima presenza al torneo monegasco. Era il 4° derby azzurro nella storia del torneo monegasco a partire dal 1990:
La presenza italiana è stata la più effimera dal 2004:
L’anno migliore in termini di performance fu il 2013 quando Fognini, che in quel periodo giocò il suo miglior tennis, giunse in semifinale dopo aver battuto 2 Top Ten (Berdych e Gasquet) prima di cedere nettamente a Djokovic che poi avrebbe il torneo.
A questo punto della stagione tenendo presente i 4 tornei più importanti fin qui disputati (Aus Open, Indian Wells, Miami e Montecarlo) il consuntivo degli italiani, condizionato anche dagli infortuni che hanno subito Seppi e Fognini, è abbastanza deludente: i nostri rappresentanti hanno giocato solo 17 match (vincendone 6), il minimo dal 2004 quando si registrarono due sole vittorie (Volandri su Kiefer agli Aus Open e Sanguinetti sul francese Santoro a Indian Wells) in 9 match disputati.
FED CUP: era scritto che la trasferta in Spagna avrebbe ufficializzato la fine di un ciclo memorabile durato 10 anni nel quale l’Italia in rosa ha portato a casa ben 4 insalatiere in 5 finali disputate. Quello che non era previsto è la rassegnazione che ha caratterizzato il week end spagnolo pur con tutte le attenuanti del caso, a partire dall’infortunio che ha subito la Errani prima di cominciare. 12 games racimolati in tre match di singolare è davvero troppo poco .
L’Italia retrocede malinconicamente dopo 18 anni consecutivi di permanenza nel World Group. L’ultima stagione in serie “B” risaliva infatti al 1998 al termine della quale Rita Grande e Silvia Farina, battendo la Rep.Ceca, riportarono l’Italia nel World Group. Il futuro della squadra azzurra a questo punto è tutto da riscrivere, ma si fa fatica a capire da dove cominciare.
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