TENNIS – Di Adamo Recchia. Adriana Serra Zanetti, miglior ranking n. 38, ha accettato il nostro invito per una breve chiacchierata sulla sua carriera.
Adriana ha da poco compiuto 40 anni e si occupa del Settore Agonistico al Tc di Modena. La cosa che più mi ha impressionato di Adriana è la simpatia e la passione con cui ha risposto alle domande dalle quali trapela una grande passione per il nostro sport. Il miglior risultato della carriera è il quarto di finale raggiunto nel 2002 agli Australian Open. Ci racconta le partite con la sorella Antonella in cui entrambe giocavano male per l’emozione che entrambe provavano.
Ciao Adriana, grazie per aver accettato l’invito. Quale è stato il primo contatto che hai avuto col nostro sport?
«Vedendo mio fratello giocare con mio papà ho voluto provare anche io. Più o meno all’età di 3 anni anche se la scuola tennis la iniziai poi a 7 anni».
Quando hai capito che potevi diventare una tennista professionista?
«Diciamo che è stato sempre il mio sogno fin da bambina. A 14 anni ho iniziato a giocare i primi tornei da 10.000$ ho preso classifica Wta è da lì non mi sono più fermata…»
Sei stata la prima tennista italiana giunta nei quarti di finale degli Australian Open raccontaci le sensazioni provate compiendo quell’impresa.
«È stato il miglior risultato della mia carriera. Venivo dalla stagione 2001 dove avevo scalato tanti posti in classifica, avevo fatto un’ottima preparazione invernale ma mai avrei pensato di raggiungere un tale risultato a Melbourne Sensazioni positive, partita dopo partita la mia fiducia aumentava e di conseguenza il mio tennis fino ad affrontare nei quarti Martina Hingis sul centrale. Ho un ricordo indelebile di tutti quei 10 giorni dalla prima partita giocata contro Virginia Ruano Pascal (match rimontato da 2-5 al 3) fino all’ultimo match».
Oltre a quella di cui sopra quale altra successo ricordi con maggior piacere e perché
«Sicuramente i quarti a Roma raggiunti nel 94. Avevo 18 anni ero intorno alla 180esima posizione mondiale e dalle qualificazioni mi sono trovata a giocare sul Centrale del Foro Italico con il pubblico che cantava : “Adriana”… Da brividi!!! Ricordo soprattutto la partita vinta contro Anke Huber e quella contro Brenda Schultz (Davide contro Golia). È stato il mio primo grande risultato che mi ha catapultato in una settimana a giocare su campi dove fino a quel momento avevo solo sognato di poter giocare ed in più ad affrontare per la prima volta i giornalisti nelle conferenze stampe ed interviste. Il fatto che sia successo poi durante gli Internazionali ha reso tutto più magico, credo che per un italiano non ci sia niente di più bello di fare risultato nel “Torneo di casa”»
Hai vinto anche in doppio, quale match ricordi in particolare?
«Molto bello è stato vincere un torneo WTA con mia sorella, quando coincidevano i tornei giocavamo sempre insieme quindi emozione doppia!»
Quale era la superficie che preferivi e perché?
«Il mio gioco aggressivo da fondo mi faceva rendere maggiormente sulle superfici veloci dove mi piaceva anche di più giocare».
L’avversaria che non volevi mai incontrare quale era e perché?
«Mia sorella perché quando è successo ne sono usciti sempre match inguardabili giocati mali da entrambe perché non riuscivamo ad essere noi stesse, è difficile esultare per un punto vinto quando al di là della rete c’è tua sorella».
Parlaci della tua attuale mansione che occupi nel nostro sport?
«Mi occupo del Settore Agonistico al Tennis Modena. Mi piace stare in campo con i ragazzi e per me è iniziata una nuova sfida, spero di riuscire a portare in alto qualche mio allievo/a. Chissà che un giorno non riesca a tornare nel circuito come coach….».
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