TENNIS – Dal nostro inviato ad Indian Wells Diego Barbiani
Tira un sospiro di sollievo gigantesco Victoria Azarenka, che approda in finale al WTA Premier Mandatory tra mille sofferenze, superando un’ottima Karolina Pliskova. 7-6(2) 1-6 6-2 il punteggio finale di una partita durata quasi due ore ed un quarto e chiusasi verso le 23:30 ora locale.
Per tutto il tempo la ex n.1 del mondo è stata sottoposta ad una pressione enorme, in più ha dovuto costantemente confrontarsi senza il servizio (ben dieci i doppi falli commessi) ed in generale un rendimento dei colpi inferiore all’avversaria per gran parte del tempo. Nel primo set, ad esempio, quando ha subito il break in apertura e fino al 5-4 e servizio Pliskova non aveva rimedi contro le soluzioni che stava trovando la giocatrice di Praga. Quando però quest ultima è andata a servire per il primo set, dopo aver salvato due set point nel game precedente, ha alzato il livello non concedendo più un servizio non risposto, costringendo Pliskova ad entrare sempre nello scambio ed a pescare “jolly” a ripetizione. Non sempre andava come voleva, ed anzi per almeno dieci-quindici minuti della ceca che aveva aperto e guidato la fase iniziale del match non c’era più traccia. In campo, solo Azarenka che nel frattempo aveva innestato la marcia più alta che aveva a disposizione dominando le fasi finali tie-break compreso.
Quando parliamo però di una bielorussa a corrente molto alternata ci riferiamo proprio al fatto che non riusciva a riprendere quanto di buono aveva fatto poco prima, ed il secondo set è stato ad intera marca ceca. Pliskova al servizio ha dominato, facendo segnare sedici ace contro due, salvando il primo complicato turno di battuta e poi mettendo a segno tre punti diretti dal 15-30 sul 5-1 e servizio. Nel complesso, però, era proprio tutto il suo gioco a piacere. Zero titubanze, tanti vincenti e soluzioni che facevano impazzire il pubblico rimasto sulle tribune dopo la partita di Serena Williams. Una nervosissima Azarenka continuava a perdere contatto dall’avversaria, mettendo a segno doppi falli su doppi falli e scagliando la racchetta a terra, venendo anche beccata dal pubblico.
Il terzo set è cominciato con un ritorno della bielorussa a buoni livelli, fattore che le ha permesso poi di provare a fare qualcosa in più in risposta. Detto, fatto. Sul 2-1 alla seconda opportunità di break ha preso il largo senza più venire raggiunta. E’ la prima finale in un WTA Permier Mandatory da Pechino 2012, quattro anni fa, quando batté in successione Alizé Cornet, Sabine Lisicki, Elena Vesnina, Romina Oprandi, Marion Bartoli e Maria Sharapova senza mai concedere più di 4 giochi a set. Domenica avrà di fronte Serena Williams e non avrà i favori del pronostico dalla sua, ma intanto è un ottimo viatico per riprendere il trend di inizio stagione, prima della cocente sconfitta nei quarti di finale dell’Australian Open da Angelique Kerber.
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