TENNIS – Dal nostro inviato ad Indian Wells Diego Barbiani
Leggi all’anagrafe: 20 gennaio 1998. Appena 18 anni, eppure Frances Tiafoe ha numeri da capogiro: professionista da neppure due anni, è già tra i primi 200 del mondo.
Oggi ha vinto la sua prima partita nel circuito ATP battendo l’altro grande talento Taylor Fritz, che di anni ne conta appena uno in più di lui, ed è al secondo turno dell’ATP Master 1000 di Indian Wells. Una partita abbastanza a senso unico nei vari parziali, conclusasi 6-3 2-6 6-3 in favore del vincitore dell’Orange Bowl più giovane di sempre, ad appena 15 anni. Verrebbe da stropicciarsi gli occhi ed invidiare gli Stati Uniti, che hanno tra le mani due giocatori veramente interessanti.
Di Fritz si è già detto tanto, protagonista appena qualche settimana fa della prima finale in carriera a livello ATP sul cemento di Memphis. Di Tiafoe invece, nonostante una scalata così rapida verso la top-200, ancora il grande pubblico doveva scoprire come mai, nonostante un’età ancor più giovane del rivale odierno, sia considerato così bravo. L’impatto della palla e la rapidità dei movimenti sono di grandissima qualità basti pensare che il servizio di Fritz, particolarmente potente e spesso ben direzionato, era vittima altrettanto spesso del ‘timing’ del suo avversario, che chiudeva poi il punto col colpo successivo. Questa però è solo una delle caratteristiche del ragazzo nato a College Park da genitori originari della Sierra Leone e fuggiti dalla loro terra per scappare alla povertà ed alla fame, ma soprattutto dall’incessante guerra civile.
Nel 1999 il padre fu assunto come operaio e poi custode in un’accademia del Maryland ed assieme al fratello gemello Franklin scambiò i primi colpi.
«No, non potrei immaginare la mia carriera da tennista senza mio padre» diceva lo scorso anno Frances, quando seppe della wild card avuta per il Roland Garros. Oggi, Frances senior durante le fasi finali del match non riusciva quasi a trattenersi dal nervoso. Non guardava il figlio, strisciava le mani sulle gambe e cercava di dimenticare che suo figlio stava per ottenere una vittoria in uno dei tornei (e degli stadi) più importanti del mondo, con tutto quello che ne può conseguire a livello economico. Fino ad oggi, Tiafoe aveva guadagnato 160.000 dollari, in un colpo solo ne ha già aggiunti 20.000.
Tra le tante caratteristiche ha l’esplosività. Lo vedi, non riesce mai a stare rilassato, anche solo come si avvicina alla palla e sembra voler ‘spaccare’ il campo. «Ha accumulato più ore su quel campo nel Maryland di ogni altro ragazzo messo assieme» dice Frank Salazar, suo attuale coach. «Il tennis è diventato parte della sua vita in maniera spontanea, ed ora giocherebbe anche ventiquattro ore al giorno». Salazar incontrò Francis proprio al Junior Tennis Champion Center nel Maryland, dove si radunano i migliori giovani della zona: «L’allenamento era finito e lui era da almeno un’ora a palleggiare contro il muro, poi passo dopo passo ho cominciato ad apprezzarlo sempre più».
Chissà ora, se pure il mondo del tennis comincerà ad apprezzare questo ragazzo così giovane ma dalla potenzialità ancora non chiara. Di certo c’è solo che ad appena diciotto anni ha vissuto la sua prima giornata da fenomeno. Per diventarlo a tutti gli effetti la strada è lunga e ricca di ostacoli, ma per un ragazzo che ha passato le notti a dormire in uno sgabuzzino assieme al padre, quando questo era custode al centro sportivo e la madre era costretta ai turni notturni al lavoro, le sfide sono uno stimolo continuo.
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