TENNIS – Alla fine la sua battaglia l’ha persa, e abbiamo perso pure noi qualcosa. Tanto. Se n’è andato un mito, una leggenda, un personaggio incredibile, rivoluzionario non solo nei piedi, ma nella testa.
Un genio, Pitagora in scarpe da calcio, come dice Federico Buffa parlando di lui in un suo speciale. Se n’è andato Johan Cruyff, all’età di 68 anni. Ha perso la sua battaglia contro il cancro ai polmoni: solo qualche mese fa aveva detto che stava vincendo per 2 a 0 alla fine del primo tempo, ma sicuramente mentiva.
Nessuno meglio di lui sapeva quando una partita era persa oppure no. Troppo facile guardare il suo palmares: tre palloni d’oro, tre coppe campioni, un mondiale perso in una gara assurda contro la Germania, con quell’Olanda 1974 che rientra tra le tre – quattro più grandi e fenomenali squadre della storia.
Era un calciatore, il più grande che l’Europa abbia mai sfornato probabilmente, ma amava tutto lo sport. Nel tennis, in particolare, aveva investito tanto. Aveva creato la Cruyff Foundation Junior Masters Itf (qui il link: http://www.itftennis.com/wheelchair/organisation/partners/cruyff-foundation.aspx) nata nel 2002, e che si occupava dei tennisti disabili, in carrozzina.
Aveva girato il mondo con questa sua idea, aiutando tantissimi ragazzi. Fino allo scorso anno giocava anche lui con loro, poi non ce l’ha fatta più. Anche quei ragazzi oggi saranno un pò più soli, così come tutto il mondo. Il Profeta del calcio non c’è più.
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