TENNIS – WTA
RIO DE JANEIRO. Impresa di Francesca Schiavone, che torna in finale in un torneo WTA dopo tre anni dall’ultima volta, quella vinta a Marrakech nel 2013. Battuta 6-3 6-3 la croata Petra Martic, n.162 del mondo.
Un risultato oltre le più rosee aspettative, perché l’azzurra veniva da due grandi battaglie tra ottavi e quarti di finale e quando si hanno quasi trentasei anni sulle spalle, contro un’avversaria che ne ha dieci di meno, giocare così bene è cosa da fenomeni. E lei lo è, perché cinque anni e mezzo fa vinceva il primo torneo Slam per l’Italia femminile a Parigi e dodici mesi dopo il bis le è sfuggito di nulla. E lei lo è, perché è arrivata al n.4 del mondo ed è stata protagonista di battaglie pazzesche durante tutta la carriera, carriera che le stava chiudendo le porte in faccia dopo la delusione cocente di Melbourne dove ha mancato i sessantadue Slam consecutivi che avrebbero significato record al pari di Ai Sugiyama. Invece ha saputo mettersi tutto alle spalle e volare a Rio, con caldo ed umidità da far paura, a giocare nei campi secondari e soffrire contro Mariana Duque Marino e Cindy Burger riuscendo a spuntarla ed ad esultare come una matta. Oggi, in confronto, è stata una passeggiata. Subito perfetta nel far capire alla croata che il servizio in kick oggi non le avrebbe dato punti gratuiti perché con il rovescio anticipava perfettamente la traiettoria e trovava subito vantaggio. Al servizio si manteneva sempre molto solida, ed alla prima incertezza della (fragile) mente di Martic si è gettata su quelle insicurezze facendole i suoi punti di forza. Primo break alla prima vera occasione, sul 3-3, e da lì è stata quasi perfetta. Solo un passaggio a vuoto, che pure rischiava di pagare, quando nel secondo set da 3-0 0-30 ha rischiato di finire sotto di un break. Brava a venirne fuori ed a riallungare subito, evitando pericolosi arrivi in volata. Questo risultato la proietta dentro le prime 110 del mondo, al n.107, ed in caso di vittoria potrebbe arrivare al n.94, la miglior classifica da almeno otto mesi.
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