TENNIS – Di Giancarlo Di Leva
Nel 2006 a Nancy, nel 1° turno di Fed Cup, l’Italia femminile guidata da Francesca Schiavone ottenne un memorabile trionfo battendo in la Francia di Amelie Mauresmo, allora n.1 del mondo.
Quel successo diede il via ad un pezzo luminoso di storia del tennis italiano al femminile senza precedenti, dove nessuno poteva immaginare la qualità e la continuità di risultati che le nostre “Fab Four” avrebbero poi saputo conseguire nel decennio che ne è seguito.
Ebbene, in un contesto competitivo analogo, è ancora la Fed Cup e la Francia a emettere, pare, una sentenza storica, questa volta funesta: sembra esser stata sancita la fine di un’epoca, la più bella del tennis italiano femminile.
Dopo l’uscita di scena della Pennetta, quello annunciato della Vinci e il declino irrimediabile, per motivi anagrafici, di Francesca Schiavone, a cui va il merito di aver dato slancio al decennio glorioso appena concluso, eravamo aggrappati a Sara Errani, cerniera di congiunzione tra il “vecchio” e il “nuovo” che tuttavia negli ultimi mesi aveva evidenziato qualche cedimento circa la tenuta mentale, elemento basilare del suo tennis, e a Camila Giorgi, patrimonio inestimabile del nostro tennis che a quest’ora avrebbe già dovuto raccogliere dalle gloriose veterane il testimone della leadership tecnica e che invece stenta a progredire, come dimostrano le difficoltà crescenti che sta incontrando contro le migliori del circuito, il che si sta riflettendo su una classifica che è tornata ad essere quella del 2014.
Per entrambe le nostre giocatrici il riscontro del week end è stato purtroppo negativo. Sara, pur in un’occasione cui tiene moltissimo, è apparsa sfiduciata, avvalorando i dubbi emersi da alcune dichiarazioni post Aus Open, mentre Camila Giorgi si è confermata inaffidabile, il che, a 24 anni, età che inizia ad essere cruciale nel tennis di oggi, col potenziale che ha, comincia ad essere preoccupante.
A differenza di altre tenniste più giovani come Bencic e Pliskova che hanno trascinato rispettivamente la Svizzera e la Repubblica Ceca al successo contro Germania e Romania, facendosi carico delle pesanti sconfitte di Bacsinszky e Kvitova, Camila Giorgi sembra non avere la maturità e lo spessore temperamentale per diventare anche in prospettiva leader della squadra.
Il bilancio degli scontri in Fed Cup con le transalpine a questo punto è di 3 sole vittorie in 11 confronti, con una performance tra le peggiori in assoluto:
La Francia ci ha nettamente battuti, e nel doppio di chiusura ha voluto approfittarne per schierare ancora Mladenovic e Garcia, perché ogni occasione è buona in preparazione alle Olimpiadi dove le due saranno la migliore arma che la Francia ha da offrire nel doppio femminile. Ripetendo la mattanza consumatasi lo scorso anno a Genova (6/1 6/2 contro Vinci-Errani nel doppio decisivo), hanno lasciato agli archivi un 6/0 6/1 in 43 minuti che, per quanto ininfluente sull’esito finale dell’incontro, fa male soprattutto per Sara, ammirevole per aver accettato questa fatica supplementare e fare da chioccia alla Caregaro nel suo battesimo in Fed Cup, che per la prima volta in carriera ha dovuto segnare 3 sconfitte in 2 giorni per la propria nazionale.
TORNEI ATP
Registriamo la riconferma, a distanza di un anno, da parte di Richard Gasquet e del dominicano Victor Estrella Burgos rispettivamente a Montpellier in Francia e a Quito in Equador.
I tennisti transalpini riescono a sfruttare particolarmente bene il clima di casa: infatti è dal 2006 che riescono a portare a casa la vittoria in almeno uno dei tornei che si disputano in Francia. La vittoria più importante fu quella di Tsonga nel 2008 a Parigi Bercy ma per altre 18 volte c’è il nome di un francese nell’albo d’oro dei tornei della cat. 250:
A Quito in Equador, il 35enne Estrella Burgos è riuscito nell’impresa di bissare il successo dello scorso anno che già allora ebbe del miracoloso. In quella circostanza il tennista dominicano segnò un record per l’era Open diventando a 34 anni e 6 mesi il più anziano tennista a vincere per la prima volta un torneo maggiore. Con la vittoria di ieri, è il quarto tennista più longevo ad imporsi in un torneo dal 1989 quando vi riuscì per l’ultima volta il mitico Jimmy Connors a 37 anni:
Jimmy Connors |
22/10/1989 |
Tel Aviv |
Hardcourt (O) |
37y 1m 20d |
Fabrice Santoro |
13/07/2008 |
Newport |
Grass (O) |
35y 7m 4d |
Tommy Haas |
20/10/2013 |
Vienna |
Hardcourt (I) |
35y 6m 17d |
Estrella Burgos |
07/02/2016 |
Quito |
Clay (O) |
35y 6m 5d |
Altre curiosità della settimana:
Si è giocata a Mosca la partita più lunga di Fed Cup in singolare: l’olandese Richel Hogenkamp è riuscita, a sorpresa, ad avere la meglio sull’esperta Svetlana Kuznetsova al termine di un match durato 4h col punteggio di 7/6 5/7 10/8. Questo risultato ha aperto la strada alla imprevedibile vittoria delle giocatrici orange.
Record di precocità per la Fed Cup viene dall’Inghilterra dove la giovanissima Katie Swan (classe 1999) e n.524 del ranking ha vinto il suo primo match in Fed Cup battendo la sudafricana Hatmog (6/3 6/0) contribuendo alla rotonda vittoria della Gran Bretagna (3-0) nell’ambito del Gruppo 1 (zona Europa–Africa) per poi ripetersi contro la georgiana Gorgodze (6/3 6/3) nel secondo incontro del girone, prima di cedere alla più esperta Bonaventure (6/3 3/6 6/3) nell’incontro decisivo di play off contro il Belgio, impostosi per 2-0 che così, insieme all’Ucraina, giocherà l’anno prossimo nel World Group 2.
San Marino trova gloria grazie al diciottenne Marco De Rossi che conquista il primo punto ATP per il suo Paese. Nel Futures F18 di Sharm El Sheik dopo aver superato le qualificazioni il giovane della San Marino Tennis Academy ha superato l’indiano Sharma Kaza per 6/1 1/6 6/1 .
Note azzurr
e: si salva solo il sempre più ammirevole Lorenzi che, giocando forse il suo miglior tennis in carriera, è approdato alle semifinali del torneo a Quito, perdendo dal brasiliano Bellucci al terzo set dopo aver superato nei quarti, in un match magistrale, l’australiano Bernard Tomic, n.20 del mondo, mettendo a segno (sulla terra) 25 aces. Il 34enne tennista toscano che si riavvicina al suo best ranking (52 rispetto a 49) non batteva un top 20 da 2 anni quando superò in semifinale a San Paolo il tedesco Haas che si ritirò nel 2° set quando era sotto 3-6 2-3.
Dal 1° febbraio il tennista marchigiano non è più “teen”. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che il vincitore di Wimbledon juniores del 2013 e n.1 tra i giovani, diventasse “over 20” senza lasciare una minima traccia. Non ci sono elementi oggettivi, sulla base dei risultati, per parlare di evoluzione positiva: basti pensare che il best ranking di Gianluigi risale al 7 luglio 2014 (301) e che lo scalpo più prestigioso rimane quello del portoghese Elias (n.129) al torneo di Porto Alegre del settembre 2013. Ciò nonostante continuiamo ad aspettarlo con fiducia.
l termine di uno degli anni più intensi nella storia del tennis (certamente italiano) e…
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