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Stats / Errani, Vinci e Schiavone come la Russia nel 2009: 3 titoli in 8 giorni. 2 azzurre in top-10 dopo 6 anni

TENNIS – Di Giancarlo Di Leva

Dopo la malinconica debacle in Fed Cup contro la Francia, l’Italia femminile rialza la testa facendoci vivere in sequenza due week end indimenticabili. Roberta Vinci e Sara Errani ottengono le vittorie più prestigiose delle loro carriere imponendosi entrambe per la prima volta in un torneo Premier.

Roberta a San Pietroburgo la settimana scorsa e Sara, sfoderando come d’incanto la grinta e il cinismo delle giornate migliori che sembrava aver smarrito, nel prestigioso e ricco torneo di Dubai, in cui dopo un esordio incerto contro la cinese Zheng con cui era sotto 5-1 nel set iniziale, ha macinato tutte le avversarie lottando duramente ma costringendole alla resa. In finale, paradossalmente, il successo più netto: 68 minuti per un 6-0 6-2 alla ceca Strycova. Per Sara, alla 5° finale in un Premier (comprendendo anche il Premier 5 di Roma del 2014), si tratta del nono successo in carriera e il primo da Rio De Janeiro dello scorso anno.

All’inatteso exploit di Sara si è aggiunta la resurrezione di Francesca Schiavone. La leonessa è tornata a ruggire in quel di Rio de Janeiro, che si conferma terra di conquista per le azzurre dopo il successo della Errani dello scorso anno. Francesca ha vinto il suo 7° torneo a distanza di 3 anni dalla vittoria precedente (Marrakech nel 2013) ed è rientrata, a 35 anni, nelle top 100 (al n.94) con un balzo di 38 posizioni.

Francesca si inserisce al 4° posto tra le tenniste più “datate” che hanno vinto un torneo Wta nell’Era Open:

 

3 tornei (di cui 2 Premier) su 4 in programma, vinti in 2 settimane (o se preferite 8 giorni, il tempo trascorso dalla domenica di San Pietroburgo alla domenica di Rio de Janeiro) rappresentano un impresa che non ha molti precedenti. L’ultima nazione a riuscirci fu la Russia che nel 2009, sempre nel mese di febbraio, vinse con Dementieva a Parigi (il torneo indoor), con Zvonareva a Pattaya e la settimana seguente con Sharapova a Memphis , (ma con 5 tornei a disposizione) .

C’è stata poi la ciliegina sulla torta rappresentata dall’entrata nella top-10 di Vinci che realizza così un sogno che sembrava abbandonato nel 2014 e che si è riacceso a seguito della incredibile semifinale vinta agli Us Open contro Serena Williams. La tennista tarantina che impiegò 5 anni e 2 mesi per migliorare il suo best ranking di n.37 al mondo (solo a febbraio 2011 arrivò al n.36°), a 33 anni è la tennista più anziana a riuscire nell’impresa. Chapeau!

 

Era il tassello che mancava nel mosaico costruito nell’ultimo decennio dalle nostre “Fab Four” che hanno tutte avuto accesso nell’Olimpo del tennis. Questi i loro best ranking e le date in cui sono stati raggiunti tali traguardi:

 

In questa ulteriore pagina gloriosa del nostro tennis scritta da Roberta, Sara e Francesca in realtà c’è spazio indirettamente anche per Flavia Pennetta che, benché uscita di scena, figura ancora al n.9 del ranking per cui da ieri abbiamo 2 italiane nelle top-10, evento che ha visto in passato protagoniste Pennetta e Schiavone per 3 settimane non consecutive nel giugno 2010. 

ALTRI EVENTI

Il torneo WTA di Doha verrà ricordato per essere stato il torneo più imprevedibile della storia sia femminile che maschile avendo visto l’uscita, all’esordio, di tutte le 8 teste di serie. In tabellone (con 28 giocatrici) erano presenti 5 top-10 (Halep, Muguruza, Suarez Navarro, Kvitova e Bencic) e 14 top-20. Ebbene, in semifinale sono giunte Svitolina (n.21), Errani (n.22) Garcia (n.38) e Strycova (n.47).

Con i “pesanti” successi delle ultime 2 settimane  ,l’incidenza dei successi delle Fab Four nell’albo d’oro azzurro aumenta ulteriormente:

 

In campo maschile l’evento più importante della settimana è stato il rientro molto incoraggiante dI Juan Martin Del Potro dopo un assenza di quasi un anno. A Delray Beach l’argentino ha vinto 3 partite senza lasciare un set prima di cedere in semifinale all’americano Querrey (7/5 7/5). Negli ultimi 2 anni l’argentino aveva giocato solo 14 partite e non raggiungeva una semifinale dal torneo di Sidney 2014, che poi vinse. Prossimo appuntamento ad Indian Wells dove ha già annunciato di aver ricevuto una wild-card.

Nick Kyrgios a Marsiglia ha vinto il suo primo torneo ATP e raramente è capitato di vedere un giocatore dai colpi devastanti (specie servizio e dritto) come quelli che ha mostrato il tennista di Camberra: l’australiano è rimasto in campo appena 6 ore in 5 match vincendo sempre in 2 set, non ha mai perso il servizio lasciando agli avversari solo 4 palle break in tutto il torneo, ha battuto 2 top-10 (Gasquet e Berdych) evento che per un tennista neppure ventunenne non succedeva dal 2009 (Del Potro agli Us Open con Roger Federer e Rafael Nadal). Aver rotto il ghiaccio con la vittoria forse gli darà ancor più certezze e chissà che questa scia non possa portarlo a breve tra i primi 20.

Nadal, come nel 2015, è uscito in semifinale al torneo di Rio. Lo scorso anno fu giustiziato da Fabio Fognini mentre ora a beneficiare dello scalpo prestigioso del maiorchino è stato l’uruguaiano Cuevas, alla prima vittoria in carriera contro un top-10, che ha poi vinto il torneo.

Altri numeri e curiosità della settimana:

Finale tutta americana a Delray Beach tra due tennisti che non erano compresi tra le teste di serie: Querrey (il vincitore) e Rajeev Ram che alla soglia dei 32 anni migliora il suo best ranking (da 78 a 60) dopo oltre 6 anni, aggiungendosi alla schiera (non esaustiva) di coloro che sono riusciti a migliorare la propria classifica dopo i 30 anni:

Ecatombe di favoriti anche in campo maschile: nei 3 tornei della settimana solo 12 teste di serie (su 24) sono giunte ai quarti (50%), 3 delle prime 4 (su 12) in semifinale (25%), nessuna delle prime 2 (su 6) in finale. Ben 5 finalisti (su 6) non erano comprese tra i giocatori nel seeding e il ranking alla vigilia dei tre vincitori (Kyrgios, Cuevas e Querrey) era rispettivamente il seguente: 41, 45 e 61.

Guardando la classifica mondiale relativa a questa settimana ci sono ben 38 tennisti over 30 nei primi 100 mentre sono diminuiti da 4 a 3 i giocatori con meno di 20 anni. Sono rientrati tra i top-100 i tedeschi Becker (34 anni) e Brown (31), e lo spagnolo Gimeno Traver (30) mentre è uscito il diciannovenne Kokkinakis che è fermo per infortunio.

Il brasiliano Monteiro, n.338 del mondo, alla prima partita in un torneo Atp nella “sua” Rio, ha battuto un top-10 (Tsonga, n.9). Non sappiamo se è un record ma ci impegnamo a
fare ricerche a riguardo.

Giancarlo Di Leva

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