TENNIS – MEMPHIS. Dopo aver messo a segno l’ultimo dritto vincente della sua partita, Kei Nishikori ha esultato, sbuffato, guardato il suo avversario e sbuffato di nuovo. Non era insoddisfazione, ma semplice ed onesta consapevolezza che oggi è riuscito a tener testa a Taylor Fritz con l’esperienza e qualche spanna di bravura in più, ma tra un po’ di tempo per battere il giovane tennista statunitense ci vorrà una prestazione di altissimo livello.
6-4 6-4 il punteggio con cui il giapponese si è aggiudicato l’undicesimo titolo in carriera, il quarto consecutivo nell’ATP 250 di Memphis, record assoluto per il torneo nonostante anche un certo Jimmy Connors fosse riuscito ad infilare il poker, ma l’ex n.1 del mondo non ci riuscì in maniera consecutiva.
Per quanto dica lo score il tennista n.7 del mondo è stato costretto a faticare e non poco. Prima un parziale vinto rimontando da 0-3, poi ancora tante difficoltà a tenere i turni di battuta nella seconda frazione ed a scardinare le certezze del giocatore classe 1997, alla prima finale di sempre in carriera ad appena il terzo torneo ATP a cui prendeva parte. Una partita che ha dato modo a tanti di scoprire le qualità della stella locale, dotato di ottimi colpi tra cui il servizio, colpo con cui in tantissime occasioni importanti non ha tremato. Nel primo set, sul 3-3, è andato sotto 15-40 ed ha giocato due ace, poi nel secondo ha di nuovo trovato punti diretti con facilità e in momenti non banali come punteggi di parità, 30-40 o palle game. Dotato anche di due colpi da fondocampo piuttosto simili come potenza, sembra il rovescio quello più sicuro. Un po’ i pochi errori commessi nell’arco dell’intera partita, un po’ la grande facilità di muovere il braccio in anticipo verso la palla generando potenza e velocità al colpo. Nishikori ha dovuto giocare una partita alternando fasi di attesa, dove doveva gestire lo scambio cercando una palla buona per passare al contrattacco, di difesa, perché lo statunitense non si faceva intimorire dalle 130 posizioni di differenza del ranking e giocava con grande spinta offensiva. Raro vederlo estremamente dominante nello scambio, Fritz ha sempre fatto del suo meglio e non è stato così lontano come livello. Anche sul 4-6 3-5, quando era sotto 15-40, ha giocato alla grande tutti i punti che lo hanno poi portato sul 4-5. Ha detto poco, quel game, nell’economia della partita ma è un segnale di chi aveva lo spirito giusto oggi per fare una partita al meglio delle proprie possibilità.
Il titolo sarà andato a Nishikori, ma Fritz ha voluto comunque dare i primi segnali di ciò che è capace nella speranza (per lui) che da oggi possa ufficialmente cominciare la sua carriera nel mondo del circuito maggiore.
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