TENNIS – Di DAVIDE BENCINI. Nole e Serena: due traguardi storici, due obbiettivi a portata di mano ma due diverse condizioni e situazioni.
Nole potrebbe, vincendo in Australia, non solo migliorare il record di Australian Open consecutivi vinti che già gli appartiene, ma eguagliare il record assoluto di slam vinti nel continente Down Under appartenente a Roy Emerson. Serenona potrebbe invece raggiungere qualcosa di ancora più grande, ovvero quel traguardo di 23 slam detenuto da Steffi Graf e ritenuto da molti fino a qualche anno fa una vera utopia.
Tutti e due hanno la possibilità e le carte di centrare l’obbiettivo, anche se naturalmente Serena avrà almeno altre tre possibilità quest’anno, mentre Nole, nel caso non ci riuscisse (e già parte una sonora risata), dovrà aspettare la prossima stagione per riprovarci. Eppure i due arrivano a questo appuntamento in una situazione estremamente diversa l’uno dall’altra, il primo da strafavorito assoluto e già in versione automa, mentre l’altra piena di dubbi e, secondo le ultime uscite, prossima all’incerottamento stile sarcofago egiziano e ricovero al pronto soccorso.
Partiamo dal primo. Prima le cose facili. Dire che probabilmente resta solo da definire quanti game perderà il serbo potrebbe essere perfino un eufemismo. Roba che sarebbe più facile credere alla storia della marmotta che incartava la cioccolata… Ma siccome vogliamo per forza cercare il pelo nell’uovo tentiamo di vedere chi può impedire al serbo di vincere il terzo slam di fila.
Nole ha ricominciato la stagione da dove aveva lasciato la precedente. Ha demolito i suoi primi avversari e fatto sembrare Nadal la versione ringiovanita del Vilas odierno e su una sedia a rotelle. Lasciamo perdere persino il confronto con Berdych. Ha mostrato subito una forma pazzesca e umiliante nei confronti degli altri. Non è difficile pensare che non solo vorrà vincere questo major, ma lo vorrà sfruttare per far capire a tutti, come se ci fossero ancora sordi e cechi in giro, che quest’anno non ce ne sarà. E d’altra parte non è che incontri difficoltà a poterlo fare in questo momento.
Se un anno fa ragionavamo di giovani che non ci sono e vecchie guardie che non pungono, quest’anno forse siamo messi anche peggio. Federer sappiamo ormai quanto e come possa dare, ha pure la “brebbre” da smaltire – roba che a un vecchietto come lui lo sballa peggio di una sbronza di tequila. Murray? Arriverà in finale e riperderà. L’unica vera speranza resta The Stanimal, se è quello di Chennai e non quello di Doha. Insomma, siamo a credere alle favole.
Per Serena il discorso è diverso. Ha saltato le Finals perché era esaurita, si è presentata a questo inizio di stagione fra ritiri, mezze sceneggiate, dolori, una grande inondazione … le cavallette… Roba da farla persino sembrare in forse. Insomma, per farla breve, la sua forma fisica pare per lo meno un punto di domanda. E malgrado anche nelle giornate brutte possa sempre vincere con la maggior parte delle compagne di circuito, nella giornata in cui lo sparare forte fa finire le palline sui teloni va a casa subito.
Si può ipotizzare che riuscirà prima o poi a raggiungere Steffi, del resto un certo margine, al top, verso le altre lo dovrebbe avere ancora; ma vederla riuscire nell’impresa proprio a Melbourne francamente è poco probabile. Il tutto mentre d’altro lato si rivede un’Azarenka versione corro, riprendo, tiro e metto ogni cosa sulle righe – tipo Djokovic insomma. La Sharapova si è finora ritirata anche dal bagno di casa sua, Radvanska ha cominciato bene l’anno ma resta sempre da vedere la sua allergia agli slam.
Inoltre questo potrebbe essere l’anno della conferma di varie giovinette terribili (di quelle di cui ci sarebbe tanto bisogno nel maschile, anche perché molte di loro hanno più fegato e attributi di tanti colleghi maschietti) e l’Australian Open è sempre stato un evento dedito a soprese post natalizie e rampe di lancio per futuri campioni. Insomma ad oggi, malgrado tutta la sua forza ed esperienza, vedere Serena come favorita resta proprio difficile.
Senza contare la sua ormai storica apprensione verso gli “storici eventi”. Basta ricordare il modo in cui è riuscita a buttare via (non ce ne vogliano le nostre care Robertina e Flavia) il grande slam l’anno scorso. E se non è un appuntamento con la storia raggiungere la tennista più vincente di sempre, figurarsi…
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