TENNIS – Molti furono gli scettici quando Novak Djokovic assunse due anni fa Boris Becker come coach. Ora forse sono in pochi a pensare che quella del numero uno non fosse la scelta giusta: e i motivi li spiega proprio l’ex tennista tedesco.
“E’ chiaro che già all’epoca Novak era un tennista fantastico che aveva conquistato tantissimi titoli; ma c’erano alcuni punti deboli nel suo gioco – ha dichiarato il teutonico al quotidiano ‘Die Welt’ – Il servizio ad esempio: se vediamo come batte ora sia la prima che la seconda salta subito all’occhio la differenza. Oppure il gioco a rete, dove adesso Novak si trova più a suo agio. Inoltre è ancora più offensivo dalla linea di fondo rispetto a prima che lo allenassi. Tutti questi erano aspetti in cui io eccellevo quando ero giocatore e ho cercato fin dall’inizio di far migliorare Novak in questi colpi: ci siamo concentrati su di essi e abbiamo lavorato duramente sui suoi punti deboli. Quando abbiamo cominciato la collaborazione lui mi ascoltava ma non capiva completamente e tuttavia aveva un atteggiamento esemplare essendo sempre aperto alle mie critiche e suggerimenti. Novak ha sempre saputo che era fondamentale migliorare questi aspetti del suo gioco per diventare un tennista completo; e ora lo è diventato”.
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