TENNIS – AUSTRALIAN OPEN – Dell’inviato a Melbourne Samuele Delpozzi
Ieri mattina, nell’atmosfera raccolta del Campo 9, sono state chiamate a raccolta molte leggende del tennis aussie per una retrospettiva su oltre cinquant’anni di storia. A partire dal (quasi) novantenne Frank Sedgman per arrivare allo splendido quarantenne Pat Rafter – passando per Rosewall, Cooper, Fraser, Stolle, Newcombe, Roche e Cash –, i pluridecorati campioni sono stati insigniti di un personale francobollo dedicato loro dalle poste australiane.
In particolare Tony Roche – storico allenatore di Lendl, Federer, Hewitt, e da sempre coinvolto in prima persona nello sviluppo del tennis locale – si è soffermato per alcune riflessioni sulla situazione attuale: dall’addio del gladiatore Lleyton, immediatamente trasferitosi sulla panchina di Coppa Davis, alla schiera di giovani promettentissimi (Kyrgios, Kokkinakis, Jasika, senza dimenticare Tomic) che, a suo dire, potrebbero essere positivamente contagiati dall’energia e dalla forte leadership del neocapitano. Ultimo vero rappresentante dell’indomito spirito combattivo tipico degli aussie.
Non altrettanto rosee sono invece le prospettive nel femminile, con l’Australia incapace di produrre nuove valide giocatrici dai tempi della Stosur, e sempre più costretta ad affidarsi alle importazioni dall’est europeo per rimanere a galla. A partire da quella Daria Gavrilova fin qui mattatrice e subito adottata dal pubblico.
Foto di Luca Terziani
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