TENNIS – BRISBANE – Di PIERO VASSALLO. Milos Raonic gioca un ottimo match contro un Roger Federer insufficiente e vince il torneo di Brisbane: il canadese può essere una valida alternativa ai soliti noti?
A distanza di un anno Milos Raonic si prende la sua rivincita: nel 2015 giocò una bella finale nella Pat Rafter Arena contro Roger Federer, ma non gli bastò per conquistare il titolo di Brisbane. 364 giorni dopo si ripete e stavolta il trofeo – l’ottavo titolo in carriera – finisce nelle sue mani: il doppio 6-4 rifilato allo stesso avversario che lo aveva battuto la scorsa edizione è un bel biglietto da visita per iniziare il 2016.
Il modo migliore per lasciarsi finalmente alle spalle un 2015 orribile in cui gli infortuni l’hanno fatta da protagonista e per dare un dispiacere a Ivan Ljubicic, suo ex coach che adesso siede proprio nell’angolo di Federer. Per il canadese non è il titolo più prestigioso della carriera – può vantare in bacheca l’ATP 500 di Washington – ma è importante perché ottenuto battendo in finale un big e perché può segnare per lui un nuovo inizio.
Prima di fare i conti con i tanti acciacchi era riuscito a giocare una semifinale Slam a Wimbledon e diventare presenza fissa nella top 10. Si parla tanto dei deludenti giovani mai “esplosi” nati nei primi anni ’90, ma tra questi Raonic è probabilmente il migliore: non è spettacolare da vedere, ma il piano servizio-dritto è sempre efficace e gli va dato atto di essere migliorato molto anche di rovescio.
Potrebbe essere lui l’alternativa più valida ai soliti nomi se le magagne fisiche lo lasceranno in pace, cosa non semplice visto che già quest’oggi il canadese si è concesso un MTO a inizio secondo set a causa di un problema alla gamba destra. Incidente di percorso che non gli ha impedito di vincere meritatamente una partita ben giocata e in cui ha concesso poco al suo avversario.
Raonic sorride e lo fa anche Federer, ma quelli dispensati dallo svizzero durante il match erano di stampo decisamente sarcastico. Roger ha giocato una brutta partita ed è il primo a saperlo: un saldo vincenti-gratuiti negativo, errori marchiani e numerose stecche di rovescio, ingredienti che alla lunga lo hanno esasperato portandolo a reazioni inusuali per uno come lui (curioso vedere Federer mollare la racchetta subito dopo un colpo mal giocato).
Se nel primo set lo svizzero non aveva avuto occasioni per comandare il match, nel secondo ha sprecato un’importante palla break – l’unica concessa da Raonic in tutta la partita – che avrebbe potuto cambiare molte cose. Il disastro si è completato nel settimo gioco, quando ha ceduto il servizio dopo essere stato avanti 30-0 e aver sbagliato un dritto in avanzamento elementare sul 30 pari.
Si potrà discutere anche sulla poca varietà tattica dell’elvetico – mai un back basso e profondo sul rovescio di Raonic – ma di questo si occuperà Ivan Ljubicic, che avrà una settimana di tempo per riflettere su cosa non ha funzionato, mentre Federer potrà ricaricare le batterie forse non del tutto a posto dopo i sintomi influenzali accusati alla vigilia del torneo.
(4) Raonic b. (1) Federer 6-4 6-4
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