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Stats ATP 2015 / Francia la nazione più forte, USA in ripresa. Crollo Germania, Italia in chiaro scuro

TENNIS – Di Giancarlo Di Leva

La Spagna si conferma la nazione più compatta con ben 15 tennisti tra i primi 100 del mondo (furono 12 nel 2014) cosa che avviene ininterrottamente dal 2000, quando si interruppe definitivamente il dominio nell’Era Open degli Stati Uniti.

E’ pur vero che stentano comunque a emergere nuovi giovani talenti. Per la prima volta tra i top-100 ritroviamo infatti Inigo Cervantes (26 anni) e Munoz de la Nava (33 anni) che hanno chiuso rispettivamente al 72° e 75°posto.

Ma nel contempo quest’anno gli iberici hanno perso due primati:

– i tornei vinti durante l’anno che durava ininterrottamente dal 2007, in quanto, vincendo solo 10 tornei (il minimo dal 2006) come la Svizzera, è stata superata dalla Serbia che è arrivata a 12 grazie agli 11 successi di Djokovic cui si è aggiunta la vittoria che Troicki, tornato al successo dopo 5 anni, ha ottenuto a inizio stagione a Sydney.

– la leadership nella classifica a squadra (calcolata sommando il ranking dei primi 5 tennisti di ogni nazione) che per la prima volta passa alla Francia dopo 9 anni. L’ultima nazione a detenere questo primato prima della Spagna furono gli Stati Uniti nel 2005. L’Italia con 5 tennisti nei top 100, occupa il 4° posto della classifica recuperando 3 posizioni e ottenendo il miglior punteggio dal 1973, anno in cui fu istituita la classifica computerizzata. Quell’anno i punti degli azzurri furono 241 con i seguenti giocatori: Adriano Panatta (n.14), Bertolucci (n.20), Mulligan (n.62), Zugarelli (n.69) e Barazzutti (n.76):

 

La stagione dell’Italia è in chiaro scuro. E’ vero che nel complesso il risultato di squadra à migliorato, che il bilancio annuale nei confronti dei top ten è in grande progresso (7 vinte/24 perse rispetto al 1/22 del 2014) e che dopo 8 anni si registrano 2 nuovi ingressi nei top 100 (Vanni e Cecchinato). D’altro canto però è anche vero che non è stato vinto alcun torneo (non succedeva dal 2010) e Fognini, il nostro n.1, chiude il 2015 con la peggior classifica degli ultimi 3 anni (n.21), anche se è il n.1 in combinata (sommando le classifiche di singolo e doppio, n.31). Non c’è stato l’atteso riscatto di Bolelli in singolare: il bolognese, che pure aveva iniziato l’anno in modo promettente rompendo a febbraio anche il tabù contro i top-10 (vittoria contro Raonic a Marsiglia) in realtà si è progressivamente spento chiudendo la stagione con una classifica peggiore di quella del 2014 (n.58 contro n.55). Della nostra grande promessa Gianluigi Quinzi si sono quasi perse le traccie: la sua classifica (n.368) è peggiore di quella che aveva nel 2013 e davanti a lui, che il 1° febbraio prossimo compirà 20 anni, ci sono ormai 24 teenagers.

E’ stato, se vogliamo, grazie alle vittorie su Rafael Nadal e Roger Federer che il giudizio sull’annata azzurra viene visto in positivo: ed in particolare Fognini che ha incontrato lo spagnolo, nella versione più dimessa del decennio, per ben 5 volte, è riuscito ad imporsi in 3 occasioni (Rio De Janeiro, Barcellona e soprattutto Us Open dove ha recuperato uno svantaggio di 2 set) come solo Djokovic e Federer erano riusciti prima di lui nell’arco di una sola stagione.

Altri numeri:

1 – primo torneo vinto nella storia da tennisti della Repubblica Dominicana (Estrella Burgos a Quito) e dell’Uzbekistan (Istomin a Nottingham)

2 – gli anni consecutivi in cui i tennisti russi restano a digiuno di tornei nel circuito maggiore;

3 – i tennisti tedeschi nei top 100. Kolschreiber (n.34), Zverev (n.83) e Becker (n.97), record negativo di sempre (erano 7 nel 2014) che ha determinato un crollo nella classifica a squadre dal 4° al 10° posto. Un solo torneo vinto (Kitzbuhel, con Kloschreiber) e l’eliminazione al 1° turno del World Group in Coppa Davis (con ripescaggio grazie ai play off molto abbordabili contro la Repubblica Dominicana) confermano il periodo di crisi dei tedeschi che si affidano ad Alexander Zverev, russo di origine, che forma con Coric e Rublev la rosa dei “teen” più accreditati nel breve periodo.

7 – i tennisti americani tra i top-100 (5 nel 2014) di cui 4 nei primi 50. Per gli americani che attendono da troppi anni chi potrà ripercorrere le orme dei Sampras e dei McEnroe, c’è una luce all’orizzonte: Tiafoe (17 anni) e Fritz (18) fuori dai “1000” lo scorso anno, con un finale di stagione sprint sono entrati di prepotenza nei top-200 (rispettivamente 179 e 177) impressionando per i progressi ottenuti in così breve tempo. Sarà in prospettiva futura uno dei motivi di interessi della nuova stagione.

18 – gli anni trascorsi dall’ultima volta in cui l’Argentina rimase a secco di tornei vinti (1997).

39 – le nazioni ad avere almeno un tennista tra i top-100. E’ lo stesso dato dello scorso anno e rappresenta il record nell’Era Open a conferma della diffusione sempre crescente del tennis nel mondo (nel 1973 c’erano solo 24 nazioni presenti).

 

Giancarlo Di Leva

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