TENNIS – AUSTRALIAN OPEN. Il direttore del torneo lo aveva annunciato come sicuro presente non più di una settimana fa, invece Juan Martin Del Potro non figura nell’entry list dei giocatori che parteciperanno al prossimo Australian Open al via tra poco più di un mese a Melbourne. L’argentino, fermo da marzo per potersi sottoporre all’ennesima operazione al polso della sua carriera, fa sapere intanto di non aver ancora progettato una data certa per il suo rientro ma che la riabilitazione procede incessante e con buoni risultati.
Capitolo italiani: alla ‘solita’ pattuglia composta da Andreas Seppi, Fabio Fognini, Simone Bolelli e Paolo Lorenzi si aggiunge anche Marco Cecchinato, ancora a caccia del primo successo nel circuito maggiore dopo gli ottimi risultati a livello Challenger. Luca Vanni, che non è riuscito ad acciuffare il main draw nel finale di stagione nonostante i buoni risultati raccolti tra Brest, Brescia e Andria, è fuori di otto posti, sette se vogliamo considerare l’australiano Matthew Ebbden come papabile per una wild-card dalla propria federazione, da sempre molto generosa nei confronti dei loro giocatori.
Confermata la presenza di tutti i big, sono tanti invece i giocatori che si sono segnati grazie al ranking protetto. Tra i più noti, Julien Benneteau, precipitato in classifica a causa di un problema alla schiena, Janko Tipsarevic, ex top-10 vittima di un grave infortunio ormai un anno e mezzo fa, e Tommy Haas, per cui ormai gli infortuni non si possono più contare ma a 37 anni non vuole ancora saperne di mollare. Poi, sempre con il ranking protetto, troviamo Dimitry Tursunov, tornato qualche mese fa dopo un anno di infortuno, ma soprattutto Brian Baker. Chi ricorderà la sua storia sarà ben felice di sapere che il trentenne americano vuole darsi una nuova (forse l’ultima) chance di sentirsi tennista.
Coetaneo di Stan Wawrinka, Marcos Baghdatis e Tomas Berdych, tutti almeno finalisti nei tornei dello Slam, li batteva regolarmente nei tornei junior. Poi dalla metà degli anni 2000 è cominciato un calvario incredibile con numerosi interventi alle ginocchia. Aveva smesso, si era dedicato alla professione di maestro, ha ripreso in mano la racchetta nel 2011 per qualche torneo ITF e vedendo che riusciva a vincere ha continuato a giocare. Nel 2013 arriva a Nizza e conquista la prima finale ATP, al Roland Garros cede solo al quinto set a Gilles Simon e diventa figura stabile tra i primi 100. Poi, all’Australian Open 2014, un nuovo crac al ginocchio nel match contro Sam Querrey e l’uscita dal campo sulla sedia a rotelle. Ora ci riprova, e solo per la determinazione meriterebbe probabilmente un riconoscimento.
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