TENNIS – Dopo tanti eccessi e clamore, Bjorn Borg invecchiando ha intrapreso la strada della vita tranquilla. Una tranquillità che potrebbe essere travolta dalle parole e dai toni forti con cui la ex moglie, Loredana Bertè, ha raccontato alcuni retroscena del loro matrimonio.
La cantante calabrese lo ha fatto sulle pagine della sua autobiografia “Traslocando”, scritta con Malcom Pagani e in uscita in questi giorni.
Raccontando della propria vita, la Bertè non poteva tralasciare la parentesi delle nozze con lo svedese, durate tre anni (1989-1992). I due però si conobbero ben prima di fidanzarsi e poi sposarsi. Ed è proprio a quel periodo che si devono ricondurre i retroscena shock raccontati dall’artista italiana. «Per la cocaina – scive Loredana nel libro – aveva lasciato vincere McEnroe a Wimbledon nel 1981, con grande scorno della madre, che aveva preparato nella madia lo spazio per la sesta coppettina del cazzo . Gli si era avvicinato in una pausa – racconta sempre la Bertè -, dopo aver perso il tie-break del terzo set: “Dai che voglio farmi una striscia e andare a troie, sbrighiamoci”. John lo aveva guardato con commiserazione e poi aveva fatto in fretta, chiudendo rapidamente la partita».
Ovviamente il condizionale è d’obbligo, perché, diciamolo, Loredana Bertè è sicuramente un personaggio tanto schietto quanto sopra le righe. E i due non si sono lasciati proprio in ottimi rapporti. Chissà, in poche parole, se quanto riportato dalla Bertè corrisponde a verità.
Oltre all’episodio di Wimbledon, la 65enne cantante calabrese avrebbe anche svelato retroscena della loro sfera personale, di un Borg – a quanto lei sostiene – ossessivo. «Diceva: “Sei mia moglie, non devi lavorare”. Mi teneva reclusa in casa perché era ossessionato dall’idea che i giornalisti potessero scrivere di noi. Un giorno, mentre vivevo a Stoccolma, gli ho chiesto dov’era un parrucchiere perché dovevo farmi la ceretta. Mi ha risposto: “Non ci vai, la gente poi parla”. E ha mandato l’aereo privato a Milano a prelevare la mia estetista».
Qualche dubbio sulla ricostruzione dei fatti sorge spontaneo, soprattutto sui fatti di Wimbedon 1981. In primis perché Borg si stava giocando il sesto titolo con un avversario fin lì sempre battuto e tutti gli appassionati di tennis sanno quanto quel ko fece male all’orso svedese.
In secondo luogo per l’amicizia e il rispetto che lega tuttora Borg e John McEnroe, che probabilmente non avrebbe mai guardato con commiserazione un avversario ben 11 volte vincitore di Slam, insomma già una leggenda vivente del suo stesso sport.
Abbiamo riportato i fatti per dover di cronaca, ma ovviamente non sappiamo se corrispondono a verità. Sicuramente a Borg non farà piacere leggere quelle parole. Attendiamo una probabilissima replica.
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