TENNIS – PARIGI BERCY. Uno straordinario John Isner elimina dal torneo Roger Federer replicando l’unica vittoria ottenuta ai danni dello svizzero in Coppa Davis, ancora in condizione indoor. Tre set lottati punto a punto, dove lo statunitense ha fatto un figurone per coraggio e bravura contro un Federer prima nervoso ed opaco, poi diventato reattivo e pimpante da metà del secondo set.
7-6(3) 3-6 7-6(5) il punteggio finale che premia lo ‘spilungone’ nato a Greensboro trent’anni fa, che conquista i quarti di finale dove affronterà David Ferrer, vincitore per 6-7(7) 6-1 6-4 su Grigor Dimitrov. Facile dire che il servizio di Isner ha recitato un ruolo fondamentale, visti anche i ventisette ace totali, più difficile capire che non commettere l’ombra di un doppio fallo in due ore e sedici di partita, servendo seconde a 200km/h è cosa da pochissimi umani, anche se si è dotati di un’altezza vicina ai 210 centimetri. Che poi, riavvolgendo il nastro, si scopre che in un momento c’è stato un doppio errore al servizio chiamato dal giudice di linea centrale, ma con la richiesta della verifica si è poi visto che la pallina ha toccato quei due millimetri che sono bastati a capovolgere la chiamata da possibile 0-30 a 15-15. Bravo, bravissimo Isner ad aggredire ogni volta ne aveva l’occasione, ad approfittare dell’imperfezione (fatale) dello svizzero nel primo tie-break e spingere col dritto a tutto braccio, capovolgendo anche quelli che erano i soliti ‘schemi’ in cui il n.2 del mondo grazie ad uno step, una marcia in più nei momenti delicati, portava a casa la posta in gioco.
Non era però giornata per Federer, che ad inizio secondo set ha chiesto l’ingresso del medico per prendere una pastiglia. Fin lì tanti rischi, tanti colpi non precisi come invece sarebbero dovuti essere. Poi una reazione importante, il break che ha spezzato l’equilibrio ed il testa a testa serrato nei primi game del parziale decisivo. Nelle fasi più delicate, Isner era una macchina, il braccio non tremava ed i colpi viaggiavano, di là il livello di pericolo era sempre più alto, con alcuni brutti errori di dritto e quattro salvataggi a due punti dalla sconfitta. Ha provato un ultimo, disperato recupero da 2-6, ma al quarto match point consecutivo è arrivata l’ultima fucilata all’incrocio delle righe, impossibile da controllare.
Sconfitta importante, perché costringerà lo svizzero ad essere n.3 al Master di Londra, con la possibilità di trovarsi nel girone uno tra Andy Murray o, soprattuto, Novak Djokovic. Non è tutto, perché Rafael Nadal non sarà nella sua stessa ‘fascia’, per cui potrebbe venir fuori da subito un girone della morte coi tre a darsi battaglia per due soli posti. Il britannico ha tramortito David Goffin (6-1 6-0) mentre il serbo ha avuto qualche problema nel liberarsi di Gilles Simon, che nel secondo set gli ha recuperato per quattro volte un break di ritardo. Nella partita più complicata, per lui, dallo US Open ha comunque chiuso 6-3 7-5 evitando noie in un terzo set. I francesi hanno comunque visto Richard Gasquet approdare ai quarti grazie al ritiro (sotto 6-7 1-4) di Kei Nishikori.
In serata Jo Wilfried Tsonga è stato battuto 3-6 4-6 da Tomas Berdych, mentre Rafael Nadal ha vinto una nuova partita ‘alla vecchia maniera’ contro Kevin Anderson, andando sotto di un parziale ma alzando il livello fin dall’inizio del secondo set, rimanendo sempre avanti nel punteggio ed annullando un match point nelle fasi più delicate del tie-break prima di imporsi al terzo set 4-6 7-6(6) 6-2. Contro di lui, ora, Stan Wawrinka che si è sbarazzato 6-4 7-5 di Viktor Troicki.
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