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ATP Finals Londra: Djokovic si prende la rivincita, il Master è ancora suo

TENNIS – LONDRA – Di PIERO VASSALLO. Il titolo di “Maestro” appartiene ancora a Novak Djokovic: il serbo batte Roger Federer 6-3 6-4 e per la quinta volta si aggiudica le ATP Finals, è il primo a riuscirci per quattro anni di fila.

Chi dice che la vendetta è un piatto che va servito freddo? Novak Djokovic ci ha messo appena cinque giorni per prendersi la rivincita su Roger Federer, contro cui aveva perso il secondo match del round robin delle ATP Finals 2015. Nole ha voluto ristabilire l’ordine delle cose giocando una partita di grande solidità e attenzione, concedendo pochissimo allo svizzero, a cui non è bastato un secondo set di altissimo livello.

È dal 2012 che l’elvetico non batte il serbo per due volte di fila: all’epoca ci riuscì in semifinale a Wimbledon e poi in finale a Cincinnati. Quest’anno lo ha superato a Dubai, nella sua roccaforte in Ohio e nel girone del Master, ma ha perso le sfide più importanti: Wimbledon, US Open e la finale di stasera (più il solito tabù Roma).

Rispetto al match di martedì Federer si è trovato di fronte un avversario molto più solido, che ha ridotto al minimo gli errori e ha imposto un ritmo altissimo cercando di non dare respiro al 34enne di Basilea. Nel primo set la differenza l’ha fatta il servizio: se nella sfida del round robin la percentuale di prime in campo di Federer superava il 70%, stavolta si è fermata al 57 e con Djokovic non è abbastanza.

Per cercare di rimettere in piedi la partita Federer ha dato tutto, ma proprio tutto, nel secondo set e infatti è stato questo il parziale più spettacolare, con una qualità eccelsa da parte di entrambi e alcuni colpi che hanno infiammato una O2 Arena apertamente schierata con lo svizzero, pur senza le esagerazioni viste a Flushing Meadows, quando il clima sembrava più da Coppa Davis.

Impossibile da scalfire, Djokovic ha provato a piazzare l’accelerazione decisiva nell’ottavo gioco: sotto 0-40 Federer ha messo in campo cinque prime e ha giocato cinque punti sontuosi, ma non è riuscito a ripetersi nel turno di battuta successivo e sul secondo match point ha commesso il primo doppio fallo del set. 

La stagione perfetta di Nole finisce come prevedibile con un altro trionfo, è il titolo numero 59 della carriera e l’undicesimo del 2015: record personale, nel 2011 si era fermato a 10. Raggiunge Lendl e Sampras a quota 5 nel computo dei successi al Master, a una sola lunghezza dallo stesso Federer, ma soprattutto diventa il primo giocatore capace di vincere l’appuntamento di fine anno per quattro volte di seguito.

Dopo aver perso nei quarti a Doha, nel primo torneo dell’anno, ha messo a referto 15 finali consecutive, chiude il suo bottino ATP con la cifra record di 16585 punti; Murray, secondo classificato, si è fermato a 8670. Federer masticherà amaro per la sconfitta, ma il suo ottimo 2015 si chiude con 6 titoli e altre 5 finali, tutte perse contro lo stesso avversario e non c’è bisogno di ribadire di chi si tratti. In quanti potranno vantare questi numeri a 34 anni?

La finale di Coppa Davis del prossimo weekend chiuderà ufficialmente una delle stagioni meno equilibrate di sempre, Djokovic ha perso la miseria di 6 partite: una contro Murray, una contro Wawrinka, una contro Karlovic (bravissimo, ma il serbo a Doha era ancora un po’ in vacanza) e le altre 3 contro il solito Roger. Ma se l’unico che può (parzialmente) contrastare il numero 1 è un fenomeno di 34 anni, che destino spetta al circuito ATP nell’immediato futuro? Il ghigno di Nole può bastare come risposta. 

 

 

Redazione

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