TENNIS – Di Diego Barbiani
SINGAPORE. Cala il sipario sulla carriera di Flavia Pennetta.
Il sogno di proseguire la sua avventura alle WTA Finals e di diventare la prima italiana a raggiungere le semifinali nel Master di fine anno si infrange sulle ambizioni e la carica di una grandissima Maria Sharapova, che riemerge da pericolose sabbie mobili e supera per 7-5 6-1 l’azzurra portando con sé in semifinale Agnieska Radwanska.
Esempio di professionalità e sportività, la russa nonostante sia entrata in campo consapevole di avere la qualificazione tra le mani ha tirato fuori dal cilindro una prestazione eccezionale, un modo anche per rendere omaggio (prima di farlo a parole) ad una giocatrice che per tutta la partita, e tutta la carriera, ha saputo tenerle testa come solo Serena Williams è stata in grado di fare.
Termina così, dunque, una carriera che ha vissuto alti e bassi, gioie e dolori. Quasi un matrimonio, quasi un unione per la vita (o per una carriera) quella tra Flavia ed il tennis. “Mi mancherà tantissimo” ha detto Sharapova a bordo campo, anche piuttosto provata. E per interrompere una striscia di tre vittorie consecutive, la n.4 del mondo ha giocato un match da campionessa, perché per battere la Pennetta di oggi bisognava essere molto vicini al 100%.
Il gioco dell’azzurra, per gran parte del primo set, era da lustrarsi gli occhi ad ogni punto. Perfetta nelle scelte, abile dal primo turno di battuta a mettere in apnea Sharapova, che subiva a sua volta quello che lei ha fatto a tutte le altre giocatrici del tour fino ad oggi. Flavia aveva il controllo del campo sia nei movimenti da fondo che nell’abilità di impattare la palla avversaria ed accelerare. Cosa è successo? Un game giocato al di sotto del suo standard. Due doppi falli, il primo vero gratuito della sua partita e l’altra, che in precedenza aveva salvato due palle del doppio break di ritardo, ha messo per la prima volta la testa fuori dall’acqua.
Dal 4-4 Sharapova è partita come una Ferrari. Flavia ha provato a rimanerle agganciata, ma sul 5-6 Sharapova ha preso sempre il comando delle operazioni ed al secondo set point ha chiuso la sua strepitosa rimonta. Quel parziale ha poi pesato come un macigno più che nelle braccia nella mente dell’azzurra, che avrà inevitabilmente cominciato a pensare che quello fosse l’ultimo set della sua carriera.
E l’uscita dal campo finale ha lasciato un po’ di amarezza, con gli addetti della WTA che le chiedevano di rimanere per una dichiarazione d’addio e lei, sotto stress nervoso, ha risposto di ‘no’ ed ha preso diretta la via degli spogliatoi salutando il pubblico che le tributava l’ultimo applauso. Cinque secondi che però non possono cancellare i sorrisi, le soddisfazioni, i trionfi storici che Pennetta ha ottenuto per sé, per l’Italia e per tutti quelli che l’hanno seguita e sostenuta fin da quando, da piccolina, ha preso per la prima volta la racchetta in mano ed ha deciso di non lasciarla più, intraprendendo un cammino conclusosi oggi, al cospetto di una delle migliori giocatrici degli ultimi decenni.
Ciao Flavia, è stato un piacere.
https://twitter.com/WTA/status/659722934626484224
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