TENNIS – Di PIERO VASSALLO. La finale di Pechino ha confermato il dominio di Novak Djokovic, ma nonostante la sconfitta Rafa Nadal sembra aver destato una buona impressione e per molti appassionati sembra in crescendo dopo un anno da incubo: ma è davvero così?
“Risultato bugiardo” è un’espressione ormai entrata nel gergo comune volta a indicare un punteggio finale molto più netto rispetto ai valori espressi in campo. Il 6-2 6-2 che Novak Djokovic ha rifilato a Rafael Nadal nella finale del China Open di Pechino potrebbe rientrare nella categoria dei risultati non veritieri, oppure no? Secondo addetti ai lavori e non, il punteggio maturato ieri è troppo severo per lo spagnolo, autore comunque di una prova incoraggiante.
Lo stesso Nadal si è detto soddisfatto di quanto fatto in questa prima settimana cinese: “Dopo il match sono più felice di prima, anche se ho perso 6-2 6-2. È strano ma è questa la mia sensazione. Sono molto felice del modo in cui ho giocato questa settimana”. Un pensiero positivo che trova concorde buona parte di chi si occupa di tennis per professione, ma che forse andrebbe preso con le pinze. Vero che di fronte c’era un Djokovic di altissimo livello, ma certi giudizi sulla prova dell’iberico appaiono un po’ troppo entusiastici.
Analizzando i numeri della finale non c’è una sola statistica che sia favorevole allo spagnolo: la percentuale di prime palle in campo è ottima (71%), ma i punti ottenuti non sono poi così tanti (56%) e sulla seconda l’andazzo è quello di tutta la stagione, con soli 5 punti vinti su 14. Nel primo set la partita è stata equilibrata? No. Per un paio di game Rafa ha giocato con grande intensità, gliene va dato atto, in uno di questi ha avuto due palle break (le uniche del match), ma non si è mai avuta la sensazione che potesse davvero giocarsela alla pari contro un Djokovic che, non va dimenticato, ha preso vantaggio immediatamente strappando il servizio al rivale nel primo gioco della partita.
Qualche sprazzo del Nadal “old style” si è visto, ma basta questo per definirlo un giocatore in crescendo? Aver raggiunto la finale in un ATP 500 può dargli morale, ma qual è stata l’effettiva difficoltà del suo percorso? Per giocarsi l’ultimo atto del torneo ha dovuto battere il cinese Wu (230 ATP), il canadese Pospisil (44), l’americano Sock (30) e il nostro Fognini (28). Nessuno di loro è tra i primi 20 della classifica e in ognuno di questi match ha avuto parecchie difficoltà.
Contro Djokovic era alla decima sfida stagionale contro un top 10: lo score, avvilente, è di 2-8, con le uniche vittorie ottenute contro Ferrer a Monte Carlo e Berdych a Madrid. Le otto sconfitte (eccetto quella contro Raonic a IW) sono tutte nette e insindacabili. È questo il dato più preoccupante, Nadal non riesce ad essere competitivo con i migliori, non ci è riuscito per tutto l’anno e non ci è riuscito ieri: nonostante abbia provato a dare il massimo ha raccolto la miseria di 4 giochi. Ecco perché, pur constatando dei piccoli passi avanti, la strada del ritorno ad alti livelli sembra ancora parecchio lunga.
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