TENNIS – NEW YORK. Roberta Vinci è in semifinale agli US Open: battuta la francese Kristina Mladenovic col punteggio di 6-3 5-7 6-4 e ora aspetta una delle Williams.
Una semifinale Slam, la prima in assoluto in singolare, a 33 anni e mezzo. Si può, eccome se si può. L’importante è tenere stretta, nella propria metà campo, la fiducia. Credere nei propri mezzi, dall’inizio alla fine. Anche quando, sul 4-4 nel secondo set e con il primo già in tasca, si smarriscono per strada due palle break, prima di arrivare, con dieci minuti di intervallo, a ripartire da zero. A 33 anni e mezzo, però, si può, eccome se si può. E così, Roberta Vinci da Taranto, ma palermitana di adozione tennistica, la sua prima semifinale Slam, all’Open degli Stati Uniti, nella fornace dell’”Arthur Ashe”, se l’è guadagnata alla grande, trovando modo e tempo per restare nel match, sempre e comunque, trovando modo e tempo per fare da scudo, con la sua classe innata, alle bordate di una francese, la Mladenovic, che si farà, ma che oggi ha dimostrato di essere ancora un tantino acerba per questo tipo di avvenimenti, per partite così importanti. La Roberta nazionale ha fatto il suo. Ha retto l’urto e dimostrato di avere ancora qualcosa di importante nelle corde della sua racchetta. Ha vinto il primo set, tenendo stretto il break del secondo gioco. Ha perso il secondo, dopo aver rimontato da 2-4 ed aver avuto due palle per andare a servire per il match sul 5-4, ha vinto il terzo approfittando alla perfezione dei passaggi a vuoto della sua avversaria, che ha accusato il caldo, l’umidità pazzesca di metà mattina al Billie Jean King Tennis Center, che ha provato a far male alla nostra giocatrice sulle seconda di servizio dell’azzurro, ma che ha finito con il naufragare in una marea, è proprio il caso di dirlo, di errori gratuiti. Dall’altra parte, però, ci sono i meriti di una Roberta Vinci, più solida del cemento sotto la suola delle sponsorizzare scarpe. Più solida dei giorni migliori, che qui a New York l’avevano portata a raggiungere i quarti di finale due anni di seguito, nel 2012 quando perse contro l’ex compagna di doppio, Sara Errani e nel 2013, quando dovette arrendersi a Flavia Pennetta. Oggi, invece, l’occasione propizia, la nostra Roberta Vinci non se l’è lasciata scappare. Ha vinto in tre set, 6/3 5/7 6/4 il punteggio finale in due ore e cinque minuti, con la speranza, ora, di essere, perchè no, l’ultimo ostacolo verso la quarta finale Slam in un anno della grandissima Serena Williams. Sarebbe davvero un bel vivere, semza tante pressioni, per la “Robertina” nazionale, fiera di questa sua prima semifinale Slam della carriera, almeno in singolare.
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