TENNIS – US OPEN – DI FABRIZIO FIDECARO – Roberta Vinci e Flavia Pennetta, finaliste una contro l’altra nello Slam newyorkese, hanno conquistato l’America. Un po’ come fece, quasi un secolo fa, Rodolfo Valentino, e proprio nell’anniversario dello storico record mondiale di Pietro Mennea. Entrambi pugliesi come loro…
La Puglia riconquista l’America. Come aveva già fatto, all’inizio dei Roaring Twenties, la star del cinema muto Rodolfo Valentino, che, sullo schermo, sopperiva alla forzata assenza di parole con uno sguardo magnetico e penetrante capace di incantare donne e uomini, dalla West alla East Coast e non solo. Rodolfo Alfonso Raffaello Pierre Filibert Guglielmi di Valentina D’Antonguella, questo il suo nome completo, era nato – guarda caso – a Castellaneta, in provincia di Taranto, località che, nella sua frazione marina, è stata teatro anni fa di alcune belle imprese del nostro team di Fed Cup.
In quella squadra svolgevano un ruolo fondamentale Roberta Vinci e Flavia Pennetta, originarie rispettivamente di Taranto e di Brindisi. Stasera le due campionesse, dopo aver eliminato in semifinale rispettivamente la n. 1 e la n. 2 del ranking Wta (Serena Williams e Simona Halep), si ritroveranno una contro l’altra per contendersi il titolo degli US Open. È una giornata speciale per l’Italia e, in particolare, per la regione che si allunga nel mare sino a definirne il tacco.
Proprio oggi, inoltre, ricorre l’anniversario di una delle maggiori imprese dello sport nazionale, anch’essa realizzata oltreoceano da un atleta pugliese. Esattamente trentasei anni or sono, il 12 settembre 1979, alle Universiadi di Città del Messico, Pietro Mennea da Barletta, straordinario concentrato di talento e volontà, abbatté il record del mondo dei 200 metri: li corse in un incredibile 19″72, undici centesimi in meno rispetto al precedente detentore, il suo idolo Tommie Smith. Il tempo da lui stabilito sarebbe rimasto insuperato fino al 1996 ed è tuttora primato europeo. Corsi e ricorsi storici: chissà, forse non è un caso che Roberta e Flavia giochino il match più importante delle rispettive carriere in quello che, dal momento della scomparsa del fantastico sprinter olimpionico, è celebrato come il Mennea Day.
In una giornata di festa come questa non può mancare la musica. Negli States, prima di una grande manifestazione sportiva, è consuetudine invitare un famoso singer per intonare patriotticamente l’inno nazionale. Ebbene, stavolta forse sarebbe più appropriato modulare la voce sulle note di “Nel blu dipinto di blu”, il più celebre pezzo nostrano, portato al successo in tutto il mondo da Domenico Modugno, nato a Polignano a Mare, provincia di Bari. Oppure si potrebbe ospitare Albano Carrisi, da Cellino San Marco (Brindisi), a deliziarci con i suoi gorgheggi cantando la suggestiva “Nel sole”, o magari uno dei successi ottenuti in compagnia dell’ex moglie Romina Power, che ha compiuto un po’ il percorso inverso, trasferendosi dall’America e divenendo, di fatto, pugliese naturalizzata. “Felicità” sarebbe adattissima, ma in fondo non stonerebbe nemmeno “Cara terra mia”, quel brano che ripeteva più volte “Come va? Come va? Tutto ok? Tutto ok?”. Be’, la risposta è che oggi, per lo stivale del tennis, meglio non potrebbe andare.
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