TENNIS – NEW YORK. Un finale col botto, degno di un film. Gli occhi lucidi, una coppa prestigiosa e l’addio. “Questa è stata la mia ultima partita all’Open degli Stati Uniti”. Flavia Pennetta saluta con la serenità di chi sa di aver dato tutto, anche e soprattutto nella notte italiana più bella.
In pochi istanti, qualche minuto prima, alle 22 e 55 italiane, un’intera carriera le è passata davanti agli occhi. Tre minuti dopo il bacio del “suo” Fabio, le ha fatto capire, semmai ce ne fosse bisogno, di essere una campionessa vera, come la sua amica Roberta Vinci, abbracciata con affetto a fine partita, e con la quale, come se nulla fosse accaduto, ha chiacchierato prima della premiazione, prima di un annuncio importante, inaspettato, ma vero come il suo sorriso: “Giocherò sino alla fine della stagione, poi basta”. La magia di una finale tutta italiana, è racchiusa in questi attimi newyorkesi e anche le nubi minacciose, sopra Flushing Meadows, hanno avuto rispetto di Flavia Pennetta e Roberta Vinci, del loro essere donne, vere, campionesse, umane e belle da vedere. Domani Flavia Pennetta sarà numero otto del mondo, sei della “Race”, ma non le basterà a farle cambiare idea. Roberta Vinci numero 19. Il tutto davanti al premier, Matteo Renzi, al Presidente del Coni, Giovanni Malagò. Il resto, come disse Pieraccioni ne “I Laureati”, fa volume. Come la cronaca di un match sin troppo mentale, ma era normale che lo fosse.
Pronti, via e l’inizio di primo set finiva per essere un inno alla paura, peraltro comprensibile, vista la posta in palio. Tensione estrema in campo, visi contratti, errori a iosa nei primi due giochi. La prima svolta, “made in Pennetta”, al quinto gioco, con il break a favore della brindisina, arrivato alla quinta opportunità e dopo la bellezza di sedici punti giocati. Il gioco a zero vinto successivamente, finiva per essere una sorta di definitiva liberazione, o quasi. Braccio finalmente sciolto e gioco che prendeva quota per Flavia, libera di gestire il suo tennis. Questioni di attimi, però, perchè all’ottavo gioco, la Pennetta tornava ad “incartarsi”, fallendo cinque opportunità per il 5-3, prima di cedere il servizio e riportare l’amica Roberta Vinci nel set: 4-4. Ed il sorpasso, un attimo dopo, con un parziale di 3-0, arrivava puntuale da parte della tarantina, brava a chiudere il nono gioco, senza traballare un attimo. Flavia, a questo punto, teneva botta. Andava sul 40-0 nel games successivo, prima di chiudere al sesto punto. Dall’altra parte, però, la Vinci non mollava di un centimetro, un po’ come aveva fatto il giorno prima con “Serenona” Williams. Tessendo una ragnatela efficace. Il livello di gioco, a questo punto, saliva, anche se il match continuava ad essere più mentale, che fisico. Si arrivava, così, al tie break, che la Pennetta giocava meglio nei punti importanti. Andava prima 4-2, poi 5-3, chiudendo successivamente sul 7-4 in un’ora di gioco. Sulla spinta di questo, in un amen, la brindisina liberava definitivamente il proprio braccio, volava 3-0 nel secondo set, non prima di aver annullato una palla del contro break proprio nel terzo gioco. La Pennetta prendeva coraggio, adesso anche il suo diritto cominciava a funzionare a dovere, mentre dall’altra parte la Vinci, quasi gelata dalla conclusione amara del primo set e dal non aver sfruttato la palla del possibile 1-2, perdeva per strada ogni possibile soluzione, le stesse che le avevano permesso, come detto, di tessere una tela diabolica. Arrivava, quindi, un altro break ed il 4-0 era il preludio alla vittoria della Pennetta. Il tutto nonostante il ritorno di fiamma della Vinci, capace di vincere in scioltezza i due giochi successivi, prima di tornare sotto 5-2, complice un pallonetto in controbalzo, pronto a cancellare sul nascere qualsiasi pretesa da parte della tarantina. Il resto fa parte di una storia scritta a quattro mani, con uno Slam in tasca, con la felicità di aver chiuso con il botto, con la serenità di dire, al mondo intero… “ora penso ad altro”. Magari a quel matrimonio con Fabio Fognini, pronto a ritornare dall’altra parte dell’Oceano, per stare vicina alla sua Flavia, nel momento più importante, bello ed affascinante della sua carriera.
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