TENNIS – Di Enzo Cherici
NEW YORK. Inevitabile partire dalla fine, quando tutto sembrava finito. Pareva infatti terminata la cerimonia di premiazione di questo italianissimo Us Open, la vincitrice e la finalista avevano già fatto i discorsi di rito, quando Flavia Pennetta ha alzato il ditino e si è rimpossessata del microfono: “Questo è il modo in cui voglio dire addio al tennis”.
No, non era uno scherzo. Ha voluto chiudere così Flavia, alla Sampras. E non appaia blasfemo il paragone, dal momento che anche il campionissimo americano chiuse nel 2002 trionfando in questo torneo. Il pubblico sulle prime è rimasto paralizzato, stupito da quell’anno ciò inaspettato. Poi è esploso in un applauso pieno di rispetto nei riguardi di questa meravigliosa campionessa.
Avrei dovuto scrivere un semplice profilo della vincitrice, ma sono stato sopraffatto dal l’emozione. La tensione di un match non bellissimo, l’annuncio finale di Flavia, ma tanto altro ancora. Avete visto il bellissimo abbraccio finale tra le nostre due giocatrici? Come si fa allora allora a parlare del trionfo di Flavia, senza soffermarsi sull’umanissima delusione di Roberta? Una gioia forse un po’ trattenuta quella di Flavia, per l’enorme rispetto verso l’avversaria-amica. Un dolore ugualmente trattenuto quello di Roberta (basta con questa Robertina, lei è una gigante), mitigato dalla sincera felicità per il successo dell’amica di sempre.
Non dev’essere stato facile per loro giocare un match del genere. Pensate, avrebbe potuto essere un primo turno. Con Flavia testa di serie numero 26 e Roberta addirittura fuori dalle prime 32. E chissà su quale campo le avrebbero sbattute gli organizzatori in quel caso. Magari in un campo secondario, lontano, lontanissimo dai riflettori. Invece quei riflettori se li sono guadagnati tutti. Hanno combattuto non solo in queste due settimane, ma per tutta una vita. E si sono meritate alla grande questi momenti di gloria.
Per noi, chiunque avesse vinto, sarebbe stato comunque un successo. Chissà quando mai le rivedremo (se le rivedremo…) due giocatrici italiane in finale di Slam. Ma permettetemi di dire che forse Flavia se lo avrebbe meritato un filino di più. Non per quanto fatto in questo torneo. Qui sono state entrambe fantastiche e il successo della Vinci su Serena, in quel contesto poi, passerà alla storia del tennis non solo italiano, ma mondiale. Ma continuo a pensare che forse il successo della Pennetta è stato più giusto, per tutto quanto fatto in carriera e per quello che ha rappresentato per il tennis femminile italiano. Non dimentichiamo, ad esempio, che è stata lei la nostra prima top ten nel 2009, quella che in qualche modo ha indicato alle altre la via. Schiavone, Errani, la stessa Vinci (e speriamo a breve anche Giorgi) sono venute dopo, anche grazie a quell’exploit di Flavia.
Dispiace certo per Roberta, ma lei si era già tolta tante soddisfazioni negli Slam in doppio. Forse oggi è stato giusto così. Tanto più dopo questo annuncio un po’ a sorpresa del ritiro da parte di Flavia. Accidenti, è passata appena mezz’ora e già ci manchi! Grazie di tutto cara Flavia e buona vita.
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