TENNIS – Di Diego Barbiani
NEW YORK. L’eco della sconfitta di Serena Williams è forte su tutta la stampa statunitense. L’impresa di Flavia Pennetta e Roberta Vinci, oltreoceano, viene celebrata molto marginalmente dalla stampa locale, ma bisognava anche attenderselo.
Negli Stati Uniti, a New York, era tutto pronto a festeggiare la propria beniamina, la signora del tennis scampata da piccola ad uno dei quartieri-ghetto più pericolosi della nazione, colei che assieme alla sorella Venus ha rappresentato un’icona di chi non si è mai arresa di fronte ai mille problemi che escono da un semplice campo da tennis. C’era un Grande Slam da chiudere, in casa, con un tabellone che già dai primi giorni aveva tolto di mezzo tutte le avversarie con il ranking più alto della sua metà e lei che, da dittatrice e n.1 del mondo, aveva lasciato le briciole alle avversarie. Invece, è accaduto l’incredibile. Se si è già detto di come fosse impronosticabile dai bookmakers (300 a 1, aveste puntato 100 euro sulla tarantina ora stareste brindando ad una nuova vita in qualche isoletta caraibica), a rimarcarlo c’è il fatto che Roberta non aveva mai vinto più di quattro game in un singolo set contro Serena e quest ultima, a New York, non perdeva un match al terzo dopo aver vinto il primo dal 2004, anno della sconfitta contro Jennifer Capriati in uno dei match più rocamboleschi del nuovo millennio, ricordato anche per le tante chiamate errate della giudice di sedia, tutte a sfavore della minore delle sorelle Williams.
“Roberta Vinci mette fine al tentativo di Grande Slam di Serena” titola il New York Times, che definisce poi “una delle più grandi sorprese della storia del tennis” quanto accaduto ieri sul centrale di Flushing Meadows. “Serena Shocker” è il titolo molto più diretto del Daily News, che segue a ruota quello del New York Post, “Williams impietrita agli US Open” e “Arrivederci Serena!”. Era difficile, obiettivamente, pensare che a fare più notizia da loro potesse essere le due demivoleè giocate da Vinci nell’ultimo game piuttosto che la delusione per un evento storico sfumato ad un passo dal traguardo. “Definire questa sconfitta uno shock non rende minimamente l’idea”, dice il Los Angeles Time. Proviamo a fare paragoni con lo sport conosciuto in ogni angolo del mondo, il calcio: avete presente il Brasile che perde 1-7 la semifinale della coppa del mondo in casa contro la Germania? Ecco, peggio.
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