TENNIS – Di Enzo Cherici
NEW YORK. Djokovic imperiale, Pennetta meravigliosa, Vinci commovente. Sono loro tre i grandi protagonisti di questo Us Open 2015. Avrebbe potuto esserci anche Federer, ma si è fermato sul più bello…
Pennetta: 10 e lode
Abbiamo già detto e scritto tutto, cos’altro aggiungere? Nessuno più di lei meritava questo successo, per la bravura della campionessa e per la squisitezza della persona. Avevamo pensato a un ritiro “alla Sampras” al momento del discorso durante la premiazione, invece pare continuerà fino a fine anno. Speriamo a questo punto si qualifichi per il Masters, sarebbe un finale bellissimo e strameritato. Anche se forse il ritiro dopo il trionfo sarebbe stato ancora più poetico. Concludiamo ponendo una domanda: più grande lei o la Schiavone? Fate il vostro gioco!
Vinci: 10
D’accordo, forse il voto è esagerato, per una non-vincitrice, ma qui c’è tutta una storia dietro. La storia di una ragazza che si ferma più volte sulla soglia della top ten, che vince tutto e di più in doppio, che attraversa una crisi che la porta alla rottura con la compagna di tutti i trionfi, che tra primavere a ed estate sprofonda nel ranking, e poi… Poi, magicamente, si ritrova. E torna a giocare il suo meraviglioso tennis. Quello che spezza il sogno Slam di Serena Williams. Vi racconteranno che Serena si è battuta da sola, non credeteci. Serena non ha giocato al meglio, logico, ma non lo ha fatto anche perché una piccola, splendida giocatrice pugliese le ha proposto problemi di non facile soluzione. E l’ha mandata in tilt. Onore al merito. E per favore, riprovaci Roberta!
Djokovic: 10
Come il numero degli Slam vinti, a una sola lunghezza da un certo Borg. Ormai ci ha abituati: non sempre eccezionale fino ai quarti, ma quando si inizia a fare sul serio cambia marcia e saluta tutti, qualità che solo i grandissimi hanno. Federer era apparso irresistibile in questo torneo, lui lo ha normalizzato con una facilità ed una naturalezza quasi disarmanti. Ha avuto i suoi momenti di difficoltà ovvio, giocava contro Federer, ma in nessun momento si è avuta la sensazione potesse perdere. Questo grazie ad una forza e a una consapevolezza mostruose. È indubbiamente il più forte di tutti e questo Us Open rappresenta la ciliegina su una stagione magica, con 11 finali su 12 tornei disputati. Inoltre, per la prima volta in carriera gioca tutti e quattro i tornei dello Slam nello stesso anno (vincendone tre…), l’ultimo a riuscirci era stato proprio Federer (2006, 2007 e 2009). Può riuscire a raggiungere e superare il fuoriclasse svizzero? Sette Slam sembrano e sono tanti, ma per questo Nole nessuna impresa appare impossibile. Complimenti!
Federer: 8
Ha giocato un torneo eccezionale…fino alla finale. Qui ha trovato un giocatore attualmente più forte, che parte anche col vantaggio psicologico di poter giocare al meglio dei cinque set. Ma non è la sola ragione. Il primo set, ad esempio (dove ha messo in campo 13 misere prime palle su 31) avrebbe potuto concludersi con un punteggio assai più netto. L’impressione è che sia mancato proprio mentalmente, come fosse bloccato dalla grandezza dell’avversario, certo, ma anche da una pressione che probabilmente si carica da solo sulle spalle, rendendolo tremebondo nei momenti chiave. Ha reagito da campionissimo nel secondo set, ma ha consumato tante, troppe energie. Il terzo lo ha un po’ regalato, cedendo due volte il servizio da 40-15, ma dove è ancora una volta è clamorosamente mancato è nella trasformazione delle palle break (4 su 23), alcune apparse non impossibili da trasformare (soprattutto tante scelte sbagliate, oltre alle esecuzioni). Ha provato un’ultima, disperata reazione nel finale, ma era ormai troppo tardi. Certo, non ci si può dimenticare che questo meraviglioso giovanotto ha 34 anni e che nonostante tutto è stato battuto soltanto dal più forte di tutti, qui a New York come a Wimbledon. Ma probabilmente lui stesso si aspettava un qualcosina di più da questa finale. La sensazione è che difficilmente avrà la possibilità di alzare al cielo un altro trofeo dello Slam.
Serena Williams: 6
Dare l’insufficienza ad una campionessa che è arrivata a due partite dalla storia, pareva troppo. Forse anche il 6 è striminzito, ma parliamoci chiaro, per lei questa è stata una sconfitta drammatica, per quanto inaspettata. La tensione e la pressione hanno giocato una parte importante in questa storia, ma il campo ha anche detto che non è stata capace di trovare delle valide alternative tattiche al tennis “diverso” della Vinci. Ci riproverà? Può darsi, ma abbiamo appena avuto una dimostrazione lampante di quanto sia difficile un’impresa del genere. Il tempo po è un nemico implacabile. Forse ancora più pericoloso delle sue attuali avversarie…
Wawrinka: 7
Un’altra semifinale Slam lo colloca stabilmente tra gli attuali grandi del tennis mondiale. E d’altra parte la classifica non mente. Certo non era quello del Rolando Garros, anche questo va detto. La superficie non lo aiutava, forse troppo rapida per le sue sbracciate, ma ci si sarebbe aspettata un po’ più di partita nella semifinale persa senza storia da Federer. Certo, neanche l’avversario lo ha aiutato troppo. E di questo non porta nessuna colpa.
Cilic: 6,5
Non era neanche lontanamente parente del Cilic dello scorso anno. Bravo ad arrivare in semi, ma forse è stato anche aiutato da un tabellone amico, che ha visto cadere uno dopo l’altro gli avversari inseriti nella sua zona. I nodi sono venuti tutti insieme al pettine in semifinale, al cospetto dell’avversario per lui più duro. Djokovic lo aveva già battuto 12 volte su 12, ma tre game in una semifinale di Slam non è una cosa che si vede tutti i giorni…
Anderson: 7
Da anni stabile intorno al 15° posto del ranking? Non era mai riuscito ad andare aldilà di un ottavo di finale in uno Slam. Ci stava per riuscire a Wimbledon, nella maniera più clamorosa, quando era stato avanti di due set contro Djokovic, prima di rientrare nei ranghi. Ce l’ha fatta questa volta, eliminando in una partita pazzesca nientemeno che Andy Murray, uno dei favoriti della vigilia. Ma pur vincendo, ha mostrando anche in quell’occasione tutti i suoi limiti. Era superiore, avrebbe potuto vincere nettamente, invece ha fatto di tutto per rimettere in partita lo sfasato avversario, finendo per farcela anche perché l’altro proprio non avrebbe mai potuto vincerla. L’impressione è che abbia comunque raggiunto il suo top. Facciamo fatica ad immaginarlo in una semifinale slam.
Murray: 5
Torneo decisamente no per lo scozzese. Già in serio pericolo contro Mannarino, se l’era cavata più che altro che l’inadeguatezza fisica del suo avversario. Era fatale che contro qualcuno di più consistente sarebbe caduto. È successo, capita. Ma avrà modo di rifarsi, sembra che il matrimonio ai nostri top player s porti decisamente bene!
Fognini: 7,5
Non ne aveva imbroccata una per tutto l’anno sul cemento, arriva a New York e si trasforma. Vince due match assolutamente non banali nei primi due turni, ma il vero e proprio miracolo, l’impresa, la compie al terzo turno contro Nadal. Sotto di due set e un break, rifiuta la sconfitta e inizia a tirare tutto il tirabile, giocando un match ai limiti della fantascienza. Ne esce giustamente vincitore è da quel momento chiunque (salvo Wilander) sapeva che avrebbe perso al turno successivo. Cosa puntualmente accaduta. Per una volta fa niente, il suo (e anche di più) lo aveva abbondantemente fatto.
Nadal: 4
Più gravi della sconfitta sono forse state le dichiarazioni
post-match, dove ha dimostrato di non essere assolutamente connesso con la sua attuale realtà: “Sono soddisfatto, ho comunque combattuto fino alla fine”. Soddisfatto di cosa? Sei Nadal, una leggenda, sei avanti due set e un break contro Fognini, perdi al quinto in quel modo e sei soddisfatto? Non ci siamo. Per uscire dalla crisi bisogna prima capire cosa non va. Non ci sembra Rafa sia sulla buona strada.
F. Lopez: 8
Rischia l’osso del collo al primo turno contro il commovente Mardy Fish (voto 10), ma col passare dei turni il suo gioco d’attacco si fa sempre più incisivo. Prima batte senza problemi uno stanco Fognini, poi mette addirittura in difficoltà papà Djokovic, al quale strappa addirittura un set e lo impegna fino al tiebreak del quarto. Un signor torneo!
Gasquet: 7
Ottimo torneo. Soprattutto ottima la prestazione contro Berdych (voto 4), superato alla grande in rimonta. In altri tempi probabilmente non ce l’avrebbe fatta. Contro Federer ha fatto la fine di Wawrinka, ma non credo sia un termine di paragone praticabile. Deve essere senz’altro contento del suo torneo.
Nishikori: 4
Lo scorso anno aveva fatto finale, eliminando Djokovic. Quest’anno ha perso in cinque set al primo turno da Paire (voto 7). Trovate le differenze…
Kvitova: 5
Ha perso contro una grande Pennetta, siamo d’accordo. Ma una come lei una Pennetta 33enne dovrebbe sbranarla, invece ne è uscita (alla distanza) con le ossa rotte. Bocciata.
Halep: 6
Si fa fatica a dare un’insufficienza a una giocatrice che è numero 2 del mondo e che ha appena fatto semifinale in uno Slam. Per questo non gliela diamo. Ma certo, proprio perché seconda giocatrice del ranking, abbiamo strabuzzato gli occhi a vederla così in balia della nostra Flavia, dall’inizio alla fine del match. L’impressione è che una decina di anni fa avrebbe fatto molta fatica a stare tra le top ten. Oggi è numero 2…
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