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Roberta Vinci e la più grande sorpresa nella storia del tennis

TENNIS – NEW YORK. Quella compiuta ormai qualche minuto fa da Roberta Vinci è stata la più grande sorpresa nella storia del tennis. Non ho memoria di quello che sia successo tantissimi anni fa, magari qualcuno obietterà che nel 1929 ce ne sia stata una ancora più clamorosa, ma sarebbe, appunto, un’altra storia. Nell’era Open una cosa così non è mai successa. L’Italia che batte la numero 1 e la numero 2 del mondo è stato, è e sarà qualcosa di assolutamente irripetibile. Una finale tutta italiana agli Us Open è una cosa che non capiterà mai più, e se ricapiterà non saremo noi a vederla o a scriverla. Ma con tutto il rispetto, per quanto grande sia stato quello che ha fatto Flavia Pennetta, quello compiuto da Robertina Vinci (e c’è chi non voleva più giocare in doppio con lei… ) è qualcosa che va oltre. Oltre qualsiasi cosa. E’ oltre il miracolo sportivo. I bookmakers, che di solito se ne intendono, davano la Vinci in finale, ad inizio torneo, 300 a 1. Mi piacerebbe davvero conoscere e stringere la mano a chi ha giocato anche solo un euro, su questa eventualità, circa due settimane fa. Qualcuno ci sarà, e ha tutta la mia ammirazione. 

E’ una cosa che semplicemente non si è mai vista. Roberta dalla Puglia, arrivata allo Us Open con aspettative minime, arrivata in semifinale con un pizzico (più che un pizzico) di fortuna, batte una delle più grandi giocatrici della storia, Serena Williams, nel torneo che doveva consacrarla come una delle pochissime, pochissime elette nell’olimpo del tennis a vincere il Grande Slam. Inimmaginabile. Qualcuno ha scomodato la Sanchez e la Graf in quel pazzesco Roland Garros 1989, o Chang contro Lendl stesso anno a Parigi. La Chang e la Sanchez erano due giovanissimi fenomeni che poi avrebbero confermato tutte le loro doti, e si, ok, hanno battuto dei fenomeni, ma in un modo diverso. Qui si tratta di una giocatrice 33enne che per quanto grande sia ha impedito un qualcosa di storico alla più forte giocatrice del mondo, che partiva in questa partita non come favorita, ma come sicura vincitrice. Se qualcuno ricorda un’impresa o una sorpresa più grande, vi prego: ricordatemela, ne sarò felice.  Ora qualcuno vi dirà che ci credeva, che ci ha sempre creduto: non dategli ascolto, perchè non è vero. Nessuno pensava che una cosa del genere fosse possibile. In tutta la storia dello sport fatico a ricordare un qualcosa di simile. Di sicuro, non nella storia settembre. E’ l’11 settembre 2015, una data storica. Lo era già stata, per motivi tragicamente diversi, 14 anni fa, quando nella stessa città il mondo in un certo senso cambiò. Qui si tratta solo di sport. Dobbiamo portare e portiamo un certo rispetto alla storia, ma il sorriso e le lacrime di Robertina e Flavietta, da ora in poi, faranno anche loro parte dell’11 settembre italiano. 

Luigi Ansaloni

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