TENNIS – Di Diego Barbiani
IRKUTSK. E’ andata fin troppo bene, si potrebbe azzardare. Perché dopo la sconfitta di Simone Bolelli contro Teymuraz Gabashvili i rischi per Fabio Fognini erano altissimi, in un match dove aveva tutto da perdere contro un ragazzino di neppure diciotto anni ma benedetto da mamma natura con un talento sconfinato.
Il ligure, tirando fuori tutti gli attributi, ha domato l’estro di Andrey Rublev per 7-6(8) 6-2 6-2 regalando il vitale punto del pareggio all’Italia, che permette a capitan Barazzutti di guardare con maggiore serenità al doppio ben sapendo, però, che bisognerà fare massima attenzione e portare tutto il rispetto possibile a questa Russia così caparbia. D’altronde, la lezione di Astana è ancora troppo fresca.
E’ banale dirlo, ma da 0-2 a 1-1 c’è tutta la differenza che volete. Era troppo importante per Fabio portare a casa il proprio punto e l’avversario è di quelli che possono vantare già diversi biglietti da visita. A luglio, infatti, fu proprio lui a guidare la Russia a questo play-off scendendo in campo sul punteggio di 2-2 contro la Spagna e giocando un match ai limiti della perfezione contro Pablo Andujar, n.35 del mondo. Può toccare livelli di tennis altissimi, soprattutto tenerli per tanto tempo. Tutte le belle parole che si sono spese su di lui, da quando nel maggio 2014 ha vinto il Roland Garros junior sono quantomai esatte. L’unico, grande, neo potrebbe essere un carattere ancora molto focoso. Cresciuto da un papà pugile, molto probabilmente ha preso da lui quella personalità spiccata che lo hanno già fatto conoscere non nella maniera migliore a colleghi ed addetti ai lavori. L’esempio migliore è forse quanto avvenuto sul set point che ha dato il primo parziale all’Italia, con Rublev che dopo aver servito esterno ha giocato un dritto incrociato molto profondo, Fognini ci è arrivato e lo ha passato con un colpo straordinario ed il russo, frustrato per aver mancato tre set point, ha scaraventato tre palline contro il soffitto della piccola Baikal Arena di Irkutsk.
Aveva investito tanto in quell’ora di gioco, rimontando un break di svantaggio proprio all’ultima occasione possibile e mantenendosi sempre dinamico, esplosivo da fondo campo con tanti colpi vincenti a strappare applausi.
Giocava davvero bene, però Fognini era sempre presente ed anche se ha giocato male sul 5-3 non si è mai disunito, anzi ha subito ritrovato fiato contrastando questo diamante grezzo con un gioco più vario, distribuendo i colpi con intelligenza, subendo quando c’era da subire ed attaccando quando si poteva attaccare. Forse anche un pizzico di fortuna lo ha aiutato verso la fine del set, quando ha ripreso il russo dal 3-5 nel tie-break ed è risalito da tre set point. Il più grave, dal lato di Rublev, è stato quello sul 7-6 quando ha avuto anche il servizio a disposizione ed il braccio ha tremato. Capita anche a giocatori più che navigati, saprà rifarsi. Il presente, però, sorride all’Italia e dopo aver trovato due ottime prime ecco quel passante impossibile di dritto da fuori dal campo che ha spezzato l’equilibrio in maniera insanabile.
Rublev col passare dei minuti ha perso tanto agonismo, come se senza quella determinazione si senta ‘limitato’. C’erano ancora quei fendenti di prima, ma erano diventati quasi dei casi isolati. Fognini, con tanta bravura, ha continuato su quei livelli ed alla fine ha portato a casa un punto troppo importante per gli azzurri.
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