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Coppa Davis – Bolelli frana sotto i colpi di Gabashvili: Italia subito sotto a Irkutsk

TENNIS – IRKUTSK – Di PIERO VASSALLO. La spedizione siberiana degli azzurri di Barazzutti inizia male: Simone Bolelli cede 7-6(2) 6-1 6-3 a Teymuraz Gabashvili. Tocca a Fabio Fognini cercare di salvare la prima giornata nel match contro il giovanissimo Andrey Rublev.

Non fosse per i due game in più del terzo set, la sconfitta di Simone Bolelli contro Teymuraz Gabashvili sarebbe identica persino nel punteggio a quella subita qualche mese fa ad Astana contro Mikhail Kukushkin. Un primo set equilibrato e perso al tie-break per poi sparire dal campo, abbattuto dai colpi dei due sovietici.

Se contro Kukushkin c’è la parziale scusante del trovarsi di fronte un giocatore capace di esaltarsi nella Davis, contro Teymuraz Gabashvili c’è ben poco a cui appigliarsi. Prima di quest’oggi il russo, di chiare origine georgiane, non aveva mai vinto un match 3 su 5 nella competizione sportiva a squadre più antica della storia e gli unici due successi (contro Przysiezny e Crivoi) erano arrivati a giochi ormai fatti e in appena due set.

Ai confini della Mongolia, nella fredda Irkutsk (temperatura media annuale di -0,6°), Bolelli viene gelato dal tennis del tennista russo che in due ore e 22 minuti mette a segno 45 colpi vincenti e rende la trasferta siberiana azzurra subito durissima. Si poteva fare di più? Sì, non c’è dubbio. Bolelli ha fallito sul piano della personalità prima ancora che sul piano tecnico. Perso il break di vantaggio in avvio di partita ha fatto fatica nei suoi turni di battuta (nel primo set ha annullato 4 palle break e un set point), ha regalato il tie-break al russo con due errori di dritto molto banali e da lì è uscito dal campo.

Sarebbe servita una reazione immediata per restare attaccato al match, invece Simone ha iniziato il secondo set con ancora nella mente i disastri del tie-break, ha perso subito il servizio e Gabashvili ha trovato il modo di esaltarsi ancora di più, giocando il suo miglior tennis contro un Bolelli sempre più depresso e deprimente. 

Tra i tanti numeri quello che colpisce maggiormente è il rendimento della prima dell’azzurro: 78% di prime in campo, percentuale altissima, ma che ha fruttato appena il 55% dei punti. Troppo poco. E adesso, per non rendere la rimonta ancora più dura, Fabio Fognini dovrà tenere a bada il talento e l’euforia di Andrey Rublev, 17 anni, con una testa matta ma con un tennis da leccarsi i baffi. 

Si sono già incontrati qualche mese fa, a Barcellona: Fabio vinse ma fu un match complicato. Oggi lo sarà ancora di più perché in questi mesi il ragazzino russo è cresciuto e ha accumulato esperienza, mentre dall’altra parte Fognini è reduce da settimane intense soprattutto a livello emotivo: dalla vittoria agli US Open contro Nadal alle gioie condivise con la compagna e probabilmente futura moglie Flavia Pennetta. La speranza è che non arrivi scarico all’appuntamento, altrimenti il World Group 2016 sarebbe sempre più lontano.

Redazione

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