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Challenge Round. Roberta Vinci, una top ten da conquistare

TENNIS – DI FABRIZIO FIDECARO – Dopo la splendida finale raggiunta agli US Open, Roberta Vinci può tornare a mettere nel mirino la top ten del ranking mondiale. Un traguardo alla sua portata, che potrebbe essere centrato nei primi mesi del nuovo anno.

È l’ora di metterci una pezza. Al momento Roberta Vinci è l’unica tra le Fab Four del tennis italiano a non essere mai entrata fra le top ten. Una palese ingiustizia, una concatenazione sfortunata di eventi. Francesca Schiavone è stata numero 4, Sara Errani n. 5, Flavia Pennetta è appena divenuta n. 8 (ma già sei anni fa si era spinta fino al decimo posto). Roberta non è mai andata oltre l’undicesimo gradino, raggiunto nel giugno del 2013.

Il treno giusto sembrava passato invano due stagioni or sono, quando proprio la Pennetta, battendola nei quarti degli US Open, le aveva negato l’agognato traguardo. Da allora un calo evidente, seppur contenuto entro certi termini, e la sensazione che, a trentadue anni compiuti lo scorso febbraio, il meglio fosse ormai alle spalle. Be’, mai impressione era stata più sbagliata.

In verità, la perentoria risalita in classifica post-Flushing Meadows è stata di fatto un po’ limitata ancora dalla corregionale Flavia, che l’ha sconfitta in finale. La tarantina, n. 43 Wta alla vigilia del torneo, è rientrata fra le prime venti, alla posizione n. 19: avesse conquistato il titolo, sarebbe divenuta n. 11, con l’elite del tennis di nuovo a un passo.

Nulla è perduto, però, e ci mancherebbe altro. La Vinci ammirata a New York, capace di mettere in imbarazzo Serena Williams negandole il Grande Slam, non può certo mettere una pietra sopra alle sue legittime aspirazioni. Tutt’altro: adesso più che mai è il momento giusto per la definitiva consacrazione. Anche a livello di ranking.

Parliamo di una tennista che in doppio ha vinto tutto, ma che anche in singolare si era già tolta parecchie soddisfazioni, a partire dai nove titoli ottenuti nel circuito maggiore. Il suo 2015, però, era partito male: nei quattro mesi iniziali Roberta aveva vinto due match di fila solo a Hobart, dove comunque si era fermata ai quarti. Qualche timido segnale di risveglio si era percepito a maggio, con gli ottavi nel Premier Mandatory di Madrid e, dopo la brutta uscita al debutto romano con Heather Watson, la finale persa a Norimberga con Karin Knapp. Poi altre difficoltà, con quattro eliminazioni di fila al primo round, inclusi Roland Garros e Wimbledon.

Il trend ha cominciato a invertirsi a fine luglio, con i quarti a Istanbul, per segnare una decisa accelerazione a Toronto. Qui Roberta ha esordito “vendicandosi” della Knapp con un clamoroso 60 60, infilando poi due agili successi su Lucic-Baroni e Gavrilova, prima di cedere con onore a Serena Williams. Alla vigilia degli US Open, ecco il secondo turno a New Haven, raggiunto partendo dalle qualificazioni e infliggendo un umiliante 61 60 a Eugenie Bouchard. La sconfitta per 9-7 al tie-break decisivo con Caroline Wozniacki, con tre matchpoint non concretizzati, aveva dimostrato, qualora ve ne fosse stata necessità, che la pugliese stava tornando quella splendida mina vagante in grado di mettere in difficoltà chiunque.

È seguita la magnifica cavalcata newyorkese, di cui tanto si sono giustamente tessute le lodi in questi giorni di festa per la racchetta nostrana al femminile. Certe giocate di fino sono state una delizia per gli occhi e la vittoria in quel contesto sulla numero uno del mondo resterà negli annali dello sport mondiale. E ora? Saprà Roberta trovare le giuste motivazioni anche in palcoscenici meno prestigiosi? La risposta è sì, senza esitazioni. C’è una top ten da conquistare, e le qualità per riuscirvi sono ben visibili a tutti.

Da qui a fine anno restano da difendere l’ottimo quarto di finale a Pechino e un secondo turno a Lussemburgo, ma lo spazio per realizzare l’impresa già prima della conclusione del 2015, a meno di ulteriori exploit, appare piuttosto limitato. Ben più ampi sono i margini di manovra nella prossima stagione, che sino alla primavera inoltrata vedrà in scadenza un bottino di punti assai limitato. Sarà lì, con una programmazione accorta, che Roberta potrà regalarsi – e regalarci – l’ennesima gioia. La meriterebbe in pieno.

 

Fabrizio Fidecaro

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