TENNIS – Di Giancarlo Di Leva
Nel 2015 stiamo al assistendo, nei grandi tornei e in particolare nei Master 1000, ad un consolidamento dell’egemonia dei Fab Four, capitanati da Novak Djokovic nonostante la sconfitta patita in finale a Montreal per mano di Andy Murray che a questo punto potrebbe candidarsi ad antagonista n.1 del n.1 del mondo.
I due quest’anno hanno monopolizzato i successi nei 6 Master 1000 fin qui disputati: 4-2 per il serbo che ha comunque eguagliato il record delle 6 finali consecutive a partite da Parigi Bercy 2014 (saltando Madrid 2015 cui non ha partecipato per scelta di programma). C’era già riuscito nel 2011 (saltando Montecarlo) al pari di Nadal che nel 2013 saltò Miami ma vinse Indian Wells, Madrid, Roma, Toronto, Cincinnati e giunse in finale a Montecarlo (sconfitto da Djokovic).
Con la vittoria di Montreal, Murray conquista il suo 11° Master 1000 in carriera che gli consente di tornare n.2 del ranking dopo 2 anni scavalcando Roger Federer, il che potrebbe consentirgli di essere testa di serie n.2 ai prossimi Us Open.
Contemporaneamente tra i 12 finalisti dei 6 Master 1000 fin qui disputati quest’anno, c’è un solo “intruso” al di fuori dei Fab Four: Berdych, finalista a Montecarlo. Per ritrovare un dominio così netto del solito quartetto occorre risalire al 2009 quando solo Del Potro, nell’anno in cui vinse gli Us Open, riuscì a scalfirlo approdando in finale proprio a Montreal sconfitto da Nadal. Quell’anno ci riuscirono successivamente anche il russo Davydenko che vinse a Shanghai battendo Nadal e Monfils che contese la vittoria a Djokovic a Parigi Bercy.
In campo femminile abbiamo probabilmente assistito alla consacrazione di una campionessa annunciata. Belinda Bencic, a 18 anni, ha superato una dopo l’altra cinque avversarie tostissime, tra cui 4 top 10: S.Williams (n.1), Halep (n.2), Wozniacki (n.5) e Ivanovic (6) oltre a Bouchard ed a Lisicki. La svizzera a questo punto bussa alle porte dell’Olimpo salendo al n.12 del ranking.
Ci fu comunque qualcuna in grado di vincere in Canada in un’età ancora più giovane di quella di Bencic: Jennifer Capriati (nel 1991 a 15 anni e 5 mesi) e Gabriela Sabatini (nel 1988 a 18 mesi e 3 mesi). Prima della svizzera avevano vinto il torneo 8 teenagers (in 10 occasioni) e ben 6 di loro sono diventate n.1 del mondo: Austin, Capriati, Hingis, Ivanovic, Evert e S.Williams. E’ un dato di ottimo auspicio per la svizzera che potrà ricalcare le gesta di Martina Hingis cui si ispira e che insieme a sua madre l’hanno di fatto adottata e la seguono costantemente insieme al suo allenatore.
La tappa canadese del circuito ha sorriso anche al tennis femminile azzurro che. grazie alle splendide prestazioni fornite sia da Sara Errani che da Roberta Vinci, ha consentito di ottenere la miglior performance di squadra della storia nel torneo canadese con 8 vittorie in 12 match disputati (performance del 66,67%).
Nonostante le sconfitte in campo maschile di Fognini e Seppi, entrambi fuori all’esordio, la performance combinata tra maschile e femminile eguaglia la migliore risalente al 2013.
La semifinale raggiunta da Sara Errani eguaglia il risultato che ottenne Sabina Simmonds nel lontanissimo 1982 quando fu sconfitta in 3 set dalla 17enne americana Jaeger, che fu n.3 del mondo.
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