TENNIS – DI PIERO VASSALLO.
Belinda Bencic è il nome del momento: la vittoria del torneo di Toronto ha solo confermato tutte le grandi aspettative riposte in questa giovane svizzera che studia da nuova Martina Hingis.
Eugenie Bouchard, Caroline Wozniacki, Sabine Lisicki, Ana Ivanovic, Serena Williams e Simona Halep. Cosa hanno in comune queste sei giocatrici? Sono state tutte finaliste o vincitrici Slam, ma non solo. Sono anche le sei tenniste battute in pochi giorni da Belinda Bencic nel suo percorso verso il primo titolo Premier 5 della sua fin qui brevissima carriera. 18 anni, numero 12 del ranking mondiale, un titolo pesante già in tasca: sorprende? Più no che sì.
Le nuove regole WTA hanno di fatto cessato il fenomeno delle tenniste-bambine, ovvero ragazzine di 13-14 anni già impegnate nei tornei maggiori, e l’evoluzione di un gioco sempre più “fisico” ha fatto il resto: oggi è molto più difficile che una under 20 possa arrivare al top così presto come una volta. Quindi Belinda Bencic è una sorpresa? Non proprio, dicevamo, perché di lei si parla come una predestinata ormai da un po’ di tempo. Il cognome tradisce origine slovacche (Papà Ivan si trasferì in terra elvetica durante la “primavera di Praga”), ma il passaporto dice Svizzera e se sei rossocrociata e hai (tanto) talento con la racchetta il paragone con Martina Hingis è scontato.
Per una volta però il giochetto del “nuovo X”, tanto abusato nel calcio dove i “nuovi Maradona” e simili si sprecano, non è campato in aria: Belinda somiglia davvero a Martina. Lo ammette la Hingis stessa, che spesso siede nel box della sua giovane erede, seguendone la crescita più o meno direttamente visto che ad allenare Bencic è Melanie Molitor, mamma dell’attuale numero 1 di doppio. A differenza del suo modello, però, Belinda possiede una maggiore potenza nei colpi, di contro non si muove altrettanto bene ma compensa le difficoltà atletiche con una notevole intelligenza tattica che le permette di stare al posto giusto al momento giusto.
Ha già fatto le prove tecniche da numero 1 nella categoria Juniores, dove nel 2013 ha saputo ottenere la prestigiosa doppietta Roland Garros-Wimbledon, l’anno dopo è entrata nel mondo delle grandi qualificandosi subito per l’Australian Open giocando e vincendo al primo turno del main draw contro Kimiko Date-Krumm, di ventisei anni più anziana. Ha fatto bella figura in Fed Cup, ha accumulato esperienza importante culminata con i quarti di finali allo US Open (battendo due top 10 esperte come Kerber e Jankovic) e con la prima finale nel circuito maggiore, quella persa a Tianjin contro Alison Riske. Ha fatto in tempo a perdere anche quella di Hertogenbosch quest’estate, prima di iniziare a fare sul serio e far capire a tutti che dietro le grandi speranze su di lei c’è anche tanta sostanza.
A 18 anni è impossibile essere una giocatrice fatta e finita, ci sono ancora un po’ di cose da aggiustare e su cui lavorare (spostamenti, dritto, seconda di servizio), ma a differenza di tante giovani sbocciate e poi sfiorite in un lampo Belinda Bencic sembra avere una consapevolezza diversa, una personalità forte. Vero si diceva lo stesso anche di Eugenie Bouchard e sappiamo come sta andando a finire, ma la Bencic sembra avere le spalle più larghe, un team esperto che sa come gestire certe situazioni, una qualità tecnica superiore e, ultima ma non ultima, la benedizione di Martina Hingis.
Dopo aver fatto sfracelli a Toronto ha fatto in tempo a mettere in riga Kerber e Pennetta a Cincinnati (non due giocatrici qualunque) prima di ritirarsi contro Lucie Safarova, per non compromettere uno US Open in cui potrebbe giocare un ruolo da protagonista. Lo scorso anno arrivò fino ai quarti, nell’era Open sono otto giocatrici sono riuscite a conquistare un Major prima dei 19 anni, certo adesso i tempi sono diversi e gli Slam fanno storia a sé (pensate davvero che Serena avrebbe perso la semifinale di 10 giorni fa se si fosse disputata a Parigi o a New York?), ma non sottovalutate Belinda Bencic perché lei è il futuro, e il futuro è adesso.
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