TENNIS – HAPPY BIRTHDAY! – Di ROSSANA CAPOBIANCO – Roger Federer compie oggi 34 anni: forse tanti per uno sportivo, mai troppi per lui. Professionista da 17, numero dei suoi Slam. Abbiamo cercato di raccontarlo attraverso note e rare immagini che ne ripercorrono vita e carriera. Buon compleanno Roger!
Roger Federer ha 34 anni: la longevità del campione svizzero non è una novità, una sorpresa, non ci coglie impreparati, anzi; ci rinnova la stima per un immenso fenomeno che nel corso di tutto questo tempo ha saputo rinnovarsi e continuare a primeggiare. Attuale numero due del mondo, padre di quattro figli, Roger nasce l’8 Agosto 1981 a Basilea e fin da piccolo mostra grandi doti ed interesse per due sport in particolare: tennis e calcio. Sceglie il tennis molto presto e per esso si sposta da casa a 12 anni, pronto a fare ogni tipo di sacrificio. Fin da allora nei temi di scuola scriveva: “Voglio diventare numero uno, è il mio sogno ed il mio obiettivo”. Pienamente raggiunto. Attraverso una serie di immagini note e meno note, cerchiamo di raccontare i vari aspetti e momenti speciali della vita e della carriera di Federer.
Iniziano i primi tornei, le prime medaglie, le prime conferme. Roger è seguito fin dai primi anni da Peter Carter, suo mentore e suo primo maestro. Nella foto con lui anche Yves Allegro, uno degli amici di sempre e il primo vero coinquilino di Federer negli anni di Ecublens insieme a Marco Chiudinelli. Carter seguirà Roger fino a 17/18 anni, quando poi interverrà Peter Lundgren. La tragica scomparsa di Carter in un incidente stradale in Sudafrica (terra cara a Federer) durante una vacanza per festeggiare la guarigione della moglie da una brutta malattia segnerà Roger che inizierà a comprendere la realtà nella giusta prospettiva e debellerà gli atteggiamenti da ribelle.
Eccolo qui, il giovane Federer. Irriconoscibile oggi, chioma bionda ossigenata, qualche trofeo già conquistato, poster di Micheal Jordan e perfino di Pamela Anderson. Un tamarro quasi crucco, già bardato Nike, pieno di brufoli e speranze.
RF & RF. Robert Federer e Roger Federer. Qui Roger è ancora un ragazzino, ma attraverso un elementare uso di Photoshop si può notare come, aggiungendo dei baffi al suo faccino, sia la copia spiaccicata di suo padre. Robert, una persona tranquilla, un ingegnere che conobbe la moglie in Sudafrica (di cui è originaria) durante una partita di tennis. Robert che era pronto a trasferirsi in Australia quando Roger e Diana (la sorella maggiore di Federer) erano piccoli e avrebbero probabilmente consegnato all’Australia uno dei suoi più grandi campioni.
E’ l’anno 2000, ci sono le Olimpiadi di Sidney: Roger, naturalmente, partecipa. Sono le sue prime, è emozionato e speranzoso. In quelle Olimpiadi non vinse alcuna medaglia ma conobbe la donna che gli avrebbe cambiato la vita, anche lei, allora, tennista professionista: Miroslava Vavrinec (per tutti Mirka) ha qualche anno in più ma tra i due inizia ad esserci un rapporto sempre più complice. Racconta Mirka in una delle sue rarissime interviste: “Ci teneva a sembrare grande, ho 19 anni e mezzo, diceva. Ha aspettato l’ultimo giorno per baciarmi”. Da allora Roger e Mirka sono inseparabili; “scoperta” da Martina Navratilova, Mirka arriva fino al numero 60 del mondo ma un grave infortunio alla caviglia le stronca la carriera. “Roger mi chiese di seguirlo, di vivere il sogno insieme, di inseguire un grande obiettivo”. Il resto è storia.
La coordinazione di Federer unita alla sua eleganza: insieme alle vittorie hanno contribuito a proclamarlo uno se non il più grande giocatore di tutti i tempi. Qui intento a provare un “tweener”, un colpo sotto le gambe, agli US Open del 2005. Proprio a New York, quattro anni più tardi, avrebbe messo il primo di tanti colpi del genere che hanno fatto rimanere tutti a bocca aperta.
Le vittorie. Tante, tantissime. Diciassette tornei dello Slam, più di 80 trofei in generale. I record di Roger sono moltissimi e alcuni rimarranno imbattibili. Il più incredibile di tutti? Forse le 23 Semifinali Slam consecutive. Qualcosa di mostruoso che fa pensare alla continuità imbattibile di un dominatore senza pari.
“Il mio segreto? Sono una persona molto felice”. Facile a dirsi, difficile a farsi. Eppure è facile per Roger, lo è sempre stato, anche durante i momenti di difficoltà: giocare a tennis per lui è il massimo della felicità. Ama quello che fa e non si danna degli impegni collaterali, anzi, li abbraccia totalmente. Questa foto di Roger dopo un allenamento sulla sua superficie preferita, baciato dal sole e dalla stanchezza, è emblematica a riguardo.
Un lato di Federer che quasi nessuno fino all’avvento di Twitter e dei social network conosceva era quello buffo: Roger invece è sempre pronto a scherzare e a giocare. Dentro è rimasto un ragazzino: le smorfie e i sorrisi a tifosi e a colleghi dentro gli spogliatoi, oltre a dietro le quinte nelle quali è colto da una irrefrenabile ridarella, lo hanno svelato per quello che è. Dentro il campo spesso un cannibale o impassibile, fuori un autentico giocherellone.
Un momento fondamentale della carriera di Roger Federer, forse addirittura IL momento. La vittoria del Roland Garros nel 2009, tra un torneo pieno di rischi e intoppi e una finale facile tra il tripudio dei parigini che attendevano da tempo: Federer vince a Parigi e raggiunge Sampras a 14 tornei dello Slam. Neanche un mese più tardi vince Wimbledon e lo supera; quel piovoso 7 Giugno è stato forse il giorno più emozionante per il campione svizzero.
Naturalmente i momenti emozionanti sono stati anche e soprattutto nella vita privata: la nascita della prima coppia di gemelle tra questi. Myla Rose e Charlene Riva nascono il 23 Luglio 2009, anno dei record tennistici, anno in cui Roger chiude una fase per aprirne un’altra, nella carriera e nella vita. Cinque anni più tardi un altra coppia di gemelli (maschi stavolta, Leo e Lenny) nascerà, incoronandolo fenomeno anche nella riproduzione.
Tra campionissimi di sport diversi i paragoni sono sprecati: anche qui il gioco consiste nel decretare il più forte. Federer gode della stima e dell’amicizia di mostri sacri come Maradona (qui nella foto), Micheal Jordan, Tiger Woods e via dicendo.
Le amicizie sul circuito: soprattutto quelli della sua generazione. Andy Roddick è stato un rivale all’inizio, poi ha smesso di esserlo davvero ma le sfide sono state tante. Quando Roddick si ritirò iniziò a lavorare per lo sport in televisione, intervistando Roger, che ad una delle domande rispose: “Non si può avere tutto..”. Andy, dall’alto della sua ironia, sentenziò: “Veramente tu puoi, egoista bastardo!”, provocando l’ilarità dello svizzero. Tutt’ora Roddick è uno degli amici di Federer, insieme a Tommy Haas, con il quale è addirittura confidente. Le mogli, Sara e Mirka, sono perfino più vicine rispetto a loro: in entrambi i parti la Foster era vicina a Mirka e le coppie cenano spesso insieme quando possibile. Tra le leggende metropolitane si narra di un Federer spesso intento a imitare Tommy Haas e i suoi sproloqui in tedesco durante i cambi di campo quando le cose non vanno esattamente come dovrebbero.
Il crucco tamarro dalla collanina da spiaggia, brufoli e capelli ossigenati non esiste più: con gli anni e le conoscenze Federer si trasforma in una vera icona di stile. Naturalmente l’amicizia con Anne Wintour, storica direttrice di Vogue America, aiuta. Sponsor e curatori di immagine anche. Adesso Federer è sinonimo di eleganza non soltanto in campo ma anche fuori, complice un portamento da gentleman naturale.
Un momento storico e attesissimo: il trionfo in Coppa Davis con la Svizzera, appena un anno fa. Federer ha con la Davis nei primi anni un rapporto intenso ma complicato: le incomprensioni con vecchi capitani e con la federazione, il distacco graduale nel corso degli anni, le delusioni, le critiche in patria, l’attesa di un compagno forte che arriva, la sua scelta di un capitano amico come Luthi. Alla fine, ha ragione lui, il momento arriva: a dividerlo con lui gli amici di sempre e Stan Wawrinka, amico non da subito ma con il tempo, malgrado qualche incomprensione ma sempre tanto affetto e rispetto tra i due.
E proprio durante la finale di Davis, appena dopo il punto decisivo per la Svizzera (una smorzata di rovescio vincente dello stesso Roger), la dimostrazione di un’educazione all’amicizia e al rispetto da parte di mamma Lynette, che abbraccia i genitori di Stan Wawrinka in tribuna, dopo una settimana travagliata a causa del (presunto) battibecco durante la semifinale al master tra Roger e Stan, Mirka e qualche parolina di troppo.
Per finire, un’istantanea per la quale non servono parole: Federer e Laver, sempre vicini, sempre accomunati da quella grande frase che campeggia sulle loro teste. I più grandi di sempre. Roger ha una venerazione per Rod Laver, la sola presenza ne ha suscitato emozione e lacrime nel corso di premiazioni ed eventi. Rod, dal canto suo, ha sempre speso parole di elogio per Roger; è l’unico al quale ha concesso un breve palleggio nella sua Rod Laver Arena a Melbourne in occasione dell’anniversario della fondazione della Roger Federer Foundation.
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