TENNIS – WIMBLEDON – DI FABRIZIO FIDECARO – Preview delle semifinali femminili dei Championships: oggi, sul Centre Court dell’All England Club, Serena Williams vs Maria Sharapova e Agnieszka Radwanska vs Garbine Muguruza.
Una sfida di lusso, tra le due giocatrici più forti e popolari del circuito, e una inattesa, tra una giovane emergente e un’ex numero 2 del mondo che da tempo sembrava in parabola discendente. Questo il ricco piatto delle semifinali femminili a Wimbledon.
Si comincerà con il match tra Agnieszka Radwanska e Garbine Muguruza. La polacca è tornata a esprimersi su alti livelli dopo un lungo periodo negativo, che l’ha vista crollare fino al 14esimo posto del ranking Wta (ora è già sicura di rientrare almeno al settimo). Sui prati londinesi si è quasi sempre trovata a proprio agio, come dimostrano la finale raggiunta nel 2012, l’altra semi del 2013 e i due quarti da giovanissima, nel 2008-09. Fino alla vigilia di questa edizione, invece, il miglior piazzamento della spagnola ai Championships era stato il secondo turno di due anni fa, ma parliamo di una tennista solo 21enne, in piena crescita.
Finora Radwanska e Muguruza si sono affrontate quattro volte, tutte sul duro, con due successi per parte. Aga ha prevalso nettamente nelle due sfide iniziali, a Miami 2012 (63 62) e agli Australian Open 2014 (61 63). Quest’anno, invece, è stata Garbine a imporsi, con una poderosa rimonta a Sydney, 36 76(4) 62, e piuttosto in scioltezza a Dubai, 64 62. Staremo a vedere se la polacca farà valere la maggiore esperienza e riuscirà a disinnescare i bolidi della rivale, danzando sul campo come le è riuscito nei giorni scorsi. In caso contrario, se l’iberica – che vincendo entrerebbe per la prima volta in carriera fra le top ten – troverà il ritmo giusto e assumerà con continuità la guida degli scambi, saranno dolori.
A seguire andrà in scena l’incontro tra le dive, Serena Williams e Maria Sharapova, che, comunque vada, da lunedì torneranno a occupare le prime due posizioni del ranking mondiale (Masha si metterà nuovamente dietro Simona Halep e Petra Kvitova). A osservare il bilancio degli head to head non ci sarebbe storia: diciannove confronti diretti, con diciassette affermazioni della statunitense a fronte delle sole due ottenute dalla russa. Per di più i successi di Maria risalgono alla notte dei tempi: entrambi nel 2004, un clamoroso 61 64 nella finale di Wimbledon e un più lottato 46 62 64 in quella dei Wta Championships di Los Angeles. Dopo la vittoria in California la siberiana si era portata avanti per 2-1 nel bilancio, ma da allora la pantera di Compton ha inanellato la bellezza di sedici affermazioni consecutive (con appena tre set ceduti), su tutte le superfici.
Sull’erba, dopo il match clou dei Championships di undici anni or sono, si sono ritrovate in due occasioni: Serena si è imposta per 76(9) 64 negli ottavi di Wimbledon 2010 e due stagioni dopo, sullo stesso campo, ha rifilato all’avversaria un perentorio 60 61 nella finale dei Giochi Olimpici. Nel 2015 le fuoriclasse si sono affrontate solo una volta, nell’ultimo atto degli Australian Open, vinto dalla Williams per 63 76(5). Insomma, la bilancia del pronostico sembra pendere nettamente dalla parte dell’americana, che, per di più, trae ulteriori motivazioni dalla rincorsa a uno storico Grande Slam. Mai dare Maria per spacciata, però: del resto, il ruolo di guastafeste altrui le si addice alla perfezione.
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