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Wimbledon: Kyrgios torna junior, Gasquet ritrova se stesso

TENNIS – WIMBLEDON – Dall’inviata a Londra ROSSANA CAPOBIANCO – Non basta un inizio deciso a Nick Kyrgios per battere contro un ottimo Gasquet sul campo numero 2 di Wimbledon: lì dove lo scorso anno l’australiano aveva annullato nove match point oggi cede al ragazzino ancora dentro se stesso e a un francese tatticamente perfetto. Kyrgios annulla due match point, porta il match al quarto ma poi si divora tutto.

Ci sono ancora due Nick Kyrgios: quello che aspira all’ascesa verso l’Olimpo del tennis e quello che ancora giochicchia e si distrae in campo preda dei suoi vent’anni, di uno stacco molto breve tra juniores e professionismo, di un carattere vulcanico, egocentrico.

L’ambizione e la tarda adolescenza: queste le due facce di una stessa medaglia, spesso vincente ma non sempre adatta alla situazione.

Nick ha bisogno di motivazione e rabbia per giocare bene e allo stesso tempo non gli serve in particolari momenti del match. Contraddittorio, umanissimo. Poco umane invece la velocità che raggiunge con i colpi da fondo. Primo game, serve Gasquet: quattro vincenti, tutti diversi; dritto lungolinea, rovescio lungolinea, rovescio incrociato, dritto inside-out. Break. Urla Nick, urla più che può ai suoi, tra i canti dei fanatics e gli spettatori che pregustano una sfida appassionante, tra una crema solare e l’altra.

Invece no: non va la prima. La tragedia nella testa di Kyrgios, il lamento infantile persiste. Gasquet, d’altra parte, perfetto. Tatticamente saggio, penetrante e aggressivo con il dritto, ogni tanto gioca una traiettoria alta che disorienta il rovescio ancora poco “allenato” dell’australiano, che non anticipa, anzi indietreggia ma la sua mole non gli permette di fare sufficiente spazio tra sé e la palla: dunque sbaglia o accorcia. Difetti ancora visibili, come quello del movimento in uscita dalla seconda di servizio, che permette all’avversario di prendere campo, iniziativa.

Il francese, solo e tranquillo dalla sua parte di campo, ha in mente una strategia chiara, non si scompone nemmeno dopo una catenata che gli passa accanto, dopo aver preso la riga; i riflettori non sono su di lui e Gasquet, allora, si rilassa. Avanza anche nel campo (confermando quanto di buono in questo senso si era visto contro Dimitrov) e vince la maggior parte degli scambi. I lamenti di Kyrgios diventano warning e i warning diventano rifiuto. A giocare, a lottare: qualcuno direbbe “Kill the boy and let the man be born” . Non è ancora ora per Nick, il fanciullino in certi giorni non vuole saperne di andare via.

Per un set e mezzo poi ritorna quell’ambizioso tennista capace di vincere  e dominare un incontro, tanto da mettere in crisi un Gasquet che a quel punto sembra rivedere vecchi e non troppo vecchi fantasmi; due sanguinosi doppi falli però nel tie-break nel quarto (uno sul set point) lo condannano alla morte tennistica.

Ancora ai quarti di Wimbledon invece Richard Gasquet, in una stagione fin qui difficile, tra un mal di schiena e l’apatia. E’ la vendetta di un anno fa, sulla quale l’australiano dovrà riflettere molto, anche se la strada pare comunque quella giusta.

Rossana Capobianco

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