Di Gianluca Atlante
WIMBLEDON. Dopo Roberta Vinci, anche Sara Errani abbandona il torneo di Wimbledon vittima del tennis scoppiettante di Aleksandra Krunic. La serba, grazie anche a cinquantanove colpi vincenti in due ore di partita, ha estromesso l’azzurra con il punteggio finale di 6-3 6-7(2) 6-2.
La verità, che in molti vogliono nascondere, ma che un maestro molto severo come l’erba ha fatto riaffiorare, è che soprattutto con le donne stiamo messi male. Il cavallo di battaglia del nostro tennis non cammina più. O meglio, non riesce ad impadronirsi, come un puledro di razza e come faceva una volta, ma nemmeno tanto tempo fa, delle lunghe vallate di gloria. Oggi, quello che amiamo chiamare “tennis in gonnella”, soffre della mancanza totale, o quasi, di quel ricambio generazionale, di cui andiamo decantando, ahinoi, l’inesistenza da tempo, e che purtroppo sta diventando il tallone d’Achille di un movimento che ci ha dato tanto, tantissimo e che ora regala emozioni e vittorie con il contagocce. Quella, in tal senso, che ha fatto traboccare il vaso, oseremo dire per l’ennesima volta da un po’ di tempo a questa parte, è stata la sconfitta di Sara Errani al cospetto della serba, Aleksandra Krunic, 22enne, nata a Mosca ma residente a Belgrado, numero 82 del mondo, alla sua prima partecipazione ai Championships. Una giocatrice alla portata della nostra tennista, ma che “Sarita” non ha saputo dominare tranne soltanto nel secondo set, giocato con la voglia, nonostante l’erba indigesta, di chi non vuole starci, nemmeno un po’. Riprova ne sono le due palle break che, sul 4-4, avrebbero portato la Krunic a servire per il match sul 6/3 5-4. La tennista serba, però, ha saputo scrollarsi di dosso la rabbia per un secondo set perso, poi, al tie break, giocando attaccata alla gialla Slazenger, come se fosse il primo punto di una finale importante. E’ scappata via 4-1, con intraprendenza e coraggio da vendere, mettendo insieme la bellezze di 59 vincenti, che rappresentano una enormità, anche e soprattutto perché la Errani ha subito il gioco della sua avversaria, finendo poi con il chiudere 6/2, al terzo matchpoint mettendo in mostra, semmai ci fosse stato bisogno di qualcos’altro, anche una freschezza atletica invidiabile.
Ci resta la Giorgi, poca cosa ripensando agli ottavi e ai quarti di finale raccolti dalle nostre splendide donne in un passato nemmeno così remoto. La piccola Krunic, invece, adesso l’onore di dividere il campo contro Venus Williams, una che qui a Church Road sa bene come comportarsi.
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