TENNIS – WIMBLEDON – DI PIERO VASSALLO.
Novak Djokovic e Roger Federer si giocano la finale di Wimbledon 2015: tutte possibili le chiavi tattiche della sfida, che potrebbe anche essere influenzata da un fattore esterno e forse persino decisivo.
Il Centre Court di Wimbledon, aristocratico e di bocca buona, sarà accontentato: la finale del singolare maschile dell’edizione 2015 la disputeranno Novak Djokovic e Roger Federer, e di meglio non poteva davvero esserci. Non è solo una questione di mera classifica, ma è la certezza nel sapere che messi uno di fronte all’altro il serbo e lo svizzero daranno vita a qualcosa di magico, a partite di rara bellezza.
I NUMERI
Capitolo numero 40 di una rivalità cominciata a Monte-Carlo nel 2006 (vinse Federer 6-3 2-6 6-3), lo svizzero conduce 20-19 ed è in vantaggio anche nelle sfide tre su cinque (7-6), ma a fare la differenza è un match di Coppa Davis: escludendo quell’incrocio la situazione nelle sfide Slam e di sei vittorie a testa. Se si guarda esclusivamente alle finali il bilancio è favorevole a Nole (9-5), ma quella odierna è soltanto la terza finale in un Major: la prima, allo US Open 2007, la vinse Federer, l’altra se la aggiudicò Djokovic, esattamente un anno fa proprio a Wimbledon. Ai Championships c’è anche un secondo precedente, la semifinale del 2012 vinta dallo svizzero, che porta lo score dei match giocati sui campi in erba in perfetta parità.
DJOKOVIC VINCE SE…
Per il serbo è fondamentale tenere Federer più lontano possibile dalla linea di fondo campo: per riuscirci deve riuscire a trovare profondità con entrambi i colpi impedendo all’elvetico di entrare con i piedi in campo e costringendolo ben che vada a giocare in controbalzo. Fondamentale anche il rendimento sulla diagonale di rovescio, soprattutto per potersi aprire spazio per il lungolinea, mentre il 71% di prime palle in campo (media di Nole nel torneo) rappresenterebbe una percentuale importante che limiterebbe i tentativi di risposta aggressiva di Federer. Se la partita si sposta sui binari della lunga battaglia la cosa non può che favorire Nole: in tre occasioni i due si sono giocati il match al quinto e ha sempre vinto Djokovic. Emblematica la finale dello scorso anno, con Federer rimasto miracolosamente in gara nonostante fosse a secco di benzina già a metà del quarto parziale.
FEDERER VINCE SE…
Gioca come contro Murray, verrebbe da dire. La cosa però non è esattamente così semplice, non solo per la difficoltà nel riuscire a ripetere una prestazione di quel livello (56 vincenti e 11 gratuiti, numeri impressionanti) ma soprattutto per il semplice motivo che di fronte non avrà lo scozzese, ma un giocatore decisamente più forte. Lo svizzero è obbligato a servire una percentuale di prime palle molto alta (fino ad ora ha raccolto l’85% di punti con la prima) e deve cercare di variare il gioco il più possibile: utilizzare lo slice di rovescio, venire a prendersi molti punti a rete, evitare di dare ritmo a Nole. Più facile a dirsi che a farsi, ma tant’è. Infine cercare di stare con i piedi dentro al campo e spostarsi sul dritto non appena ne ha la possibilità, confidando di poter abbreviare gli scambi: vero che le energie spese fino ad ora sono state molto poche, ma alla lunga le fatiche anche mentali di una finale che si prospetta durissima potrebbero metterlo in ginocchio.
LA VARIABILE TETTO
E se a deciderla fosse proprio lui? Il tetto del Centre Court potrebbe svolgere un ruolo da protagonista come già successo nel 2012. All’epoca del suo ultimo trionfo ai Championships Federer giocò e dominò al chiuso la semifinale contro Djokovic, lo stesso fece in finale non appena il maltempo costrinse gli organizzatori a “blindare” il centrale. Erba indoor è il meglio che Roger possa desiderare ed è per questo che negli spogliatoi potrebbe improvvisare una propiziatoria danza della pioggia; dall’altra parte Djokovic deve sperare che il clima incredibilmente caldo e secco che ha attanagliato Londra in queste ultime due settimane non si faccia da parte proprio oggi.
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