TENNIS – di Samuele Delpozzi. Lo straordinario successo di ieri – il 4-6 6-4 6-3 6-4 inflitto a Djokovic nella finale del Roland Garros, con una prestazione maiuscola – ha definitivamente proiettato Stan Wawrinka nell’elite del tennis contemporaneo, zittendo al contempo i detrattori che avevano bollato come casualità il titolo di Melbourne 2014.
Non solo “Stanimal” è diventato l’unico pluricampione Slam, tra gli esterni al gruppo, nell’era dei “Fab Four” – pareggiando in questa statistica il Ringo Starr della situazione, Andy Murray –, ma è anche entrato nell’esclusivo club dei vincitori dello stesso major sia a livello giovanile che professionistico.
In pochi forse ricorderanno che lo svizzero, nell’ormai lontano 2003, si era aggiudicato il torneo junior parigino battendo Brian Baker per 7-5 4-6 6-3, dando il via ad una carriera di promesse mantenute solo negli ultimi tempi, dopo lunghi anni passati all’ombra del colosso Federer.
Nonostante i successi in giovane età siano spesso un buon viatico per il futuro, casi analoghi si contano sulle dita di una mano, tra gli atleti in attività. Anche estendendo l’analisi al circuito femminile, solitamente più stabile nelle gerarchie.
Ma vediamo nel dettaglio quali sono.
Roger Federer
Poteva mancare l’uomo dei record? Ovviamente no.
Mr. 17 Slam si era già annunciato a Wimbledon 1998, spazzando via la concorrenza nel Boys’ Singles Championships. La stessa cornice che lo avrebbe poi incoronato per ben sette volte anche tra i professionisti, di cui cinque consecutive: numeri verdi che riassumono il meglio di Sampras e Borg, tanto per dire.
Andy Murray
Già citato come anello debole dei Fantastici Quattro, lo scozzese ha in realtà un palmarès di notevole spessore, soprattutto a livello di continuità. Gli è spesso mancato l’ultimo acuto, uscendo sconfitto in ben sei delle otto finali Slam finora disputate, seppur con l’attenuante degli avversari (Djokovic e Federer, tre volte ciascuno).
Nel 2012 è riuscito finalmente a spezzare il tabù, sconfiggendo la nemesi serba nella finale dell’US Open, per poi ripetersi a Wimbledon l’anno seguente. La “prima” newyorkese, seppur meno celebrata del trionfo in patria, è tuttavia la chiave d’accesso di Murray a questa hit parade: otto anni addietro, proprio sul cemento americano, Andy aveva negato a Gael Monfils uno storico Grande Slam junior.
Victoria Azarenka
Per completare la rassegna manca solo l’Australian Open, e dobbiamo spostarci sul versante WTA per trovare qualcuno capace di realizzare la doppietta. Victoria Azarenka è una delle poche ad essere stata numero 1 e plurivincitrice Slam in entrambe le categorie: nel 2005 si laureò campionessa mondiale under 18 con le vittorie a Melbourne e New York, preludio della duplice corona australiana (2012-13) conquistata anche tra le grandi.
Ricordiamo inoltre che, negli stessi anni, la bielorussa ha mancato di pochissimo il titolo all’US Open, sfiorando quindi un’incredibile doppia citazione in questo spazio: neppure le sorelle Williams o la Sharapova, complessivamente più titolate, possono dire altrettanto!
Marin Cilic
Il gigante croato entra in classifica, seppur con qualche distinguo ed alcuni gradi in meno rispetto ai fenomeni sopracitati. I titoli non gli mancano, ma rispetto ai casi precedenti non è riuscito a bissare il successo nel medesimo torneo: neppure diciassettenne, nel 2005 sbaragliò la concorrenza sul rosso francese, in netto contrasto con le caratteristiche da campi veloci dimostrate tra i “pro”. Attitudini confermate dalla netta (e sorprendente) vittoria all’ultimo US Open.
Quasi, ma non proprio…
In molti ci hanno provato, in pochissimi ci sono riusciti. Altri hanno semplicemente sfiorato il traguardo, fermandosi ad un solo match dalla mitica accoppiata… Ma alcuni di loro hanno ancora tempo per rimediare.
Tra i nomi più illustri possiamo citare due ex numero 1, Jelena Jankovic e Caroline Wozniacki: entrambe si sono incagliate in finale a New York, dopo aver vinto rispettivamente l’Australian Open (2001) e Wimbledon (2006) tra le ragazzine. Molto simile anche il percorso di Agnieszka Radwanska e Simona Halep, arrivate ad un solo set dal bissare i successi della prima ora nei rispettivi Slam d’elezione, Championships e French Open.
Sempre sui prati londinesi si è infranto, almeno per il momento, il sogno di Eugenie Bouchard, travolta da Petra Kvitova nella finale 2014, ad appena due anni dalla conquista del titolo giovanile.
In campo maschile, in attesa della maturazione delle nuove leve, gli unici meritevoli di menzione sono Marcos Baghdatis e Jo-Wilfried Tsonga, curiosamente coetanei di Wawrinka. Già duellanti per la corona under 18 nel 2003, con un’equa spartizione degli Slam sul cemento, si sono poi confermati tra i big raggiungendo la finale a Melbourne, a due anni di distanza l’uno dall’altro. Entrambi a sorpresa, come da tradizione australiana.
Tra le occasioni mancate – ovvero coloro che hanno solo sfiorato il colpaccio tra gli junior, ormai impossibilitati a rimediare per sopraggiunti limiti d’età – troviamo invece Maria Sharapova, Svetlana Kuznetsova e Ana Ivanovic. Le due bellissime sono state entrambe finaliste a Wimbledon nel tabellone delle “girls”, salvo poi entrare in confidenza con la terra rossa parigina, mentre Sveta ha chiarito fin da subito la sua predilezione per Roland Garros e US Open.
Tuttavia, per loro fortuna, hanno vinto quando davvero contava.
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