TENNIS – ROLAND GARROS – Di Salvatore De Simone
Novak Djokovic, dopo la netta vittoria su Nadal, è il grande favorito per la conquista del titolo. Murray e, in un’eventuale finale, Wawrinka o Tsonga hanno qualche possibilità?
Il Roland Garros è già finito. La vera finale si è disputata mercoledì. Sarebbe meglio concentrarsi sul torneo femminile, magari la Williams si sente male e potrebbe scapparci la sorpresa. Sono alcune frasi che si sono ripetute spesso dopo che Novak Djokovic ha battuto, meglio, schiantato Rafael Nadal nel quarto di finale dello slam francese. E sono frasi tutt’altro che campate in aria: il numero uno del mondo nel suddetto match contro l’arcirivale ha sfoggiato una prestazione incredibile, mostrando un livello tennistico semplicemente disumano; così come del resto ha fatto in tutta questa stagione. Dunque non è sbagliato immaginarsi già adesso il serbo trionfante a Parigi: d’altronde è molto difficile fermare uno che è stato capace di liquidare tranquillamente colui che nell’ultimo decennio aveva letteralmente dominato al Roland Garros vincendo 9 edizioni su 10. Difficile ma non impossibile: in primis perché il tennis, come la vita, per fortuna è imprevedibile. E poi perché Nole domani in semifinale e, se vince, in finale non si troverà di fronte mediocri giocatori ma signor tennisti che in passato lo hanno già battuto anche negli slam e magari saranno in grado di ripetersi.
Iniziamo dal prossimo avversario, Andy Murray. Lo scozzese finora ha disputato una stagione sulla terra rossa eccezionale, tanto che il suo score è immacolato: 15 vittorie e nessuna sconfitta. Due tornei messi in bacheca, di cui uno dopo aver battuto nettamente Nadal in finale al Masters 1000 di Madrid. A Parigi ha dimostrato di essere in ottima forma, a parte qualche distrazione come quella di ieri contro Ferrer nel terzo set. Il britannico ha perso la maggior parte delle sfide contro Djokovic ma non parte battuto. Sia perché, se vuole, sa come mettere in difficoltà il serbo e sia per via della grande condizione mostrata in queste ultime settimane. Nella finale Us Open 2012 e in quella di Wimbledon 2013 è riuscito a sconfiggere il rivale di sempre e non è detto che non possa farcela anche stavolta.
Se Nole uscisse vincitore dalla sfida contro Murray, nell’ultimo atto dovrà vedersela con uno tra Stan Wawrinka e Jo-Wilfried Tsonga, i contendenti dell’altra semifinale. Lo svizzero è da un certo punto di vista il giocatore che più di tutti, tra i tre, Djokovic dovrebbe temere. Ormai sono anni che i due se la danno di santa ragione nei major, disputando partite memorabili decise al quinto set; all’Australian Open 2014 l’ha spuntata il rossocrociato, il quale a Parigi finora ha non soltanto estasiato gli spettatori con un tennis dalla bellezza divina ma ha sorpreso tutti per la sua tenuta mentale, ultimamente non strepitosa soprattutto a causa delle vicende extratennistiche. In più l’elvetico si è sempre trovato a suo agio sulla terra battuta e dato che il suo tipo di gioco dà molto fastidio al serbo sul cemento, potrebbe accadere che sul rosso riesca ancora di più a mettere alle strette il numero uno del mondo.
Infine l’idolo di casa Tsonga. Qualcuno potrebbe credere che il transalpino sia lo sfidante meno pericoloso per Djokovic. Sbagliando. Non soltanto perché il francese ha già avuto la meglio, anche se solo qualche anno fa in Australia, su Nole in uno slam; ma per via del suo tennis potentissimo e molto aggressivo. Tsonga, quando è al meglio, è una forza della natura difficile da fermare. Certo, alla distanza spesso non riesce a mantenere il controllo dei colpi e difetta di concentrazione; tra l’altro la superficie limita un po’ l’esplosività del suo gioco. Però qualche stagione fa, nel 2012, Jo mise in grande difficoltà Djokovic, il quale dovette annullare ben quattro match point prima di avere ragione del francese; e anche in altre occasioni quest’ultimo ha non poche volte fatto sudare il numero uno del mondo. Senza dimenticare un fattore che potrebbe risultare alla fine decisivo: il pubblico. Tsonga quando gioca bene esalta la folla e in un’ipotetica finale avrebbe con lui tutto il campo centrale, uno stadio in cui gli spettatori sono già propensi di loro a tifare tennisti con le caratteristiche del transalpino. La Francia da decenni sogna di vedere vincitore un proprio giocatore nel slam rosso e si può ben immaginare cosa aspetterebbe Djokovic appena metterebbe i piedi nel campo. Il serbo in passato ha sofferto qualche volta il tifo avversario e magari potrebbe non saper gestire al meglio una situazione non semplice.
Concludendo: niente è scritto e dunque Murray, Wawrinka o Tsonga hanno le loro chance. Ma affinché possano sovvertire i pronostici devono giocare la classica partita della vita e soprattutto Djokovic non deve essere al 100%. Se scenderà in campo quel Djokovic concentrato dall’inizio alla fine – a parte i quattro games di sbandamento nel primo set – che ha battuto agevolmente Nadal, molto difficilmente potrà sfuggirgli il tanto desiderato trionfo al Roland Garros. Ma, come abbiamo detto, tutto è possibile e chissà che il britannico, lo svizzero o il francese non riescano a compiere l’impresa.
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