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Il segreto di Camila Giorgi? E' nella racchetta

TENNIS – Di Elisa Piva – La racchetta per un tennista è più di un semplice strumento di gioco. E’ un’amica fedele, un mezzo con il quale devi sentirti completamente a tuo agio, quasi un prolungamento del tuo braccio.

A volte basta un piccolo cambiamento per avvertire disagio e peggiorare le proprie prestazioni. Altre volte piccoli aggiustamenti, apportati da un esperto dell’attrezzo, possono portare subito a risultati incredibili. E’ quanto accaduto a Camila Giorgi, che una decina di giorni prima del torneo di ‘s-Hertogenbosch ha deciso di affidarsi ad un nuovo incordatore: si tratta di Milo Merciai, di Prato, che ha fatto lavorare le sue sapienti mani sulle Babolat dell’azzurra non solo incordandole, ma anche e soprattutto modificandone alcuni parametri.

E forse non è un caso che proprio al primo torneo disputato sia arrivata la prima vittoria in carriera di un titolo Wta. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con questo “mago” della racchetta, che con il suo tocco ha contribuito al primo successo di Camila. 

Come siete arrivati a questa collaborazione?
«Mi ha telefonato suo padre Sergio, a cui dovrebbe aver fatto il mio nome Federico Maccari, una promessa del tennis italiano che mi aveva portato, e tutt’oggi mi porta ancora, le sue racchette a modificare». 

Quando hai messo le mani per la prima volta sulle racchette?
«Le modifiche sono state effettuate una decina di giorni prima del torneo, poi mi hanno portato da modificare il modello nella versione grafica nero e verde per la stagione sull’erba, dopo la quale seguiranno le versioni nere e rosse per quella del cemento sulle quali devo ancora cominciare a lavorare.
Le prime modifiche le ho effettuate su due telai. Papà Sergio mi ha poi chiamato il giorno seguente contentissimo, dicendomi che sul servizio Camila non faceva più fatica ma che soprattutto le erano rimasti in campo venti dritti di fila più forti e precisi di prima, mentre precedentemente “l’ottavo andava nel telone”, mi raccontava papà Sergio».

E’ un segreto oppure si può sapere in che modo hai modificato i parametri della racchetta di Camila?
«In sintesi ho abbassato un filo il peso totale (4 grammi in meno), ma la differenza sta nella posizione delle masse distribuite molto diversamente, come pure il bilanciamento per ottenere più maneggevolezza e controllo.
Inoltre, cosa importante, tutte le racchette ora in possesso di Camila sono perfettamente identiche nelle specifiche, può passare dall’una all’altra, ai cambi palla o se rompe le corde, senza avvertire alcuna differenza». 

L’hai seguita durante il torneo? Chissà che soddisfazione per te!
«Certamente è stata una grande soddisfazione, per prima cosa, avere una giocatrice di così alto livello che fa tanta strada per affidarti le sue racchette da modificare. Vedere poi che con quelle racchette, fatte da te, ci vince il suo primo torneo dà un’emozione anche maggiore perché anche se non sai in che misura sei riuscito ad aiutarla, c’era comunque un pezzettino di te lì in finale con lei. Seguendola in TV nei vari turni le vedevo in mano le racchette modificate da me, non ci credevo che erano le stesse eppure erano loro!» 

Vi siete sentiti o ti ha scritto per ringraziarti dopo la vittoria?
«No, Sergio non mi ha chiamato, gli ho mandato un messaggio sms di complimenti ma ancora non ho ricevuto risposta, immagino il suo telefono sia rovente in questi giorni». 

Collabori anche con altri tennisti professionisti?
«Sempre grazie a Maccari mi sono capitate sotto mano anche le racchette di Paolo Lorenzi e del suo compagno di doppio Becuzzi, che in seguito mi hanno riportato per la diagnostica o per le modifiche». 

Raccontaci qualcosa su di te e sul tuo negozio.
«Sono titolare del negozio “Il Piccolo Slam” di Prato. Il negozio è stato aperto solo come rivendita on-line nel 2010, mentre dal 2012 esiste anche come punto vendita. La mia passione per le racchette inizia da lontano: ci “smanetto” da quando avevo 17 anni, ora ne ho quasi 40 ma la passione è rimasta la stessa».

 

Elisa Piva

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