TENNIS – Di Diego Barbiani
Un Roland Garros concluso con le lacrime ed un ritiro al secondo turno, contro Sabine Lisicki, non cancella le ottime sensazioni che lascia Daria Gavrilova, soprattutto in vista di tutta la seconda parte di stagione.
«Non piangevo dal dolore – ha dichiarato – ma dal dispiacere di dover abbandonare il campo. Quando il trainer mi ha detto che non potevo andare avanti ci sono rimasta malissimo». Il motivo è uno strappo di un centimetro al muscolo addominale, nulla in confronto ad un anno fa quando era seduta sul divano di casa sua, a Melbourne. Non era facile fissare il proprio ginocchio ingessato, ripensare all’intervento, al legamento lacerato ed essere ottimista. Qualcosa però è scattato proprio in quel periodo: «Ne sono uscita che ero più forte, ho approfittato del periodo per riflettere su chi ero e su chi volevo diventare». Ed è così che quel problema così grave, alla fine, le ha cambiato la carriera. «Ci sono tantissime differenze tra prima e dopo. Anzitutto sono più paziente in campo, prendo le decisioni migliori, gioco in maniera più intelligente. Prima invece correvo tantissimo punto dopo punto, senza un minimo di ritmo». E’ stata accolta a braccia aperte dall’Australia e lei ne è rimasta ammaliata tanto da voler chiedere la cittadinanza. Ha un team tutto suo, circondata solo da persone che lavorano all’unisono per aiutarla a migliorarsi giorno dopo giorno. «Grazie a loro sono certa che tutto quanto è organizzato al meglio. Mi sento davvero bene con tutti, in particolare con Nicole Pratt, la mia allenatrice. Mi è stata vicina ogni giorno in quei nove mesi, ha fatto un lavoro eccezionale sostenendomi senza sosta. Ora siamo sempre lì a fissare nuovi obiettivi, alzando sempre più il limite».
Pratt è un’allenatrice estremamente meticolosa, registra ogni genere di informazione in un taccuino riempito durante ogni partita della sua allieva. «Sono per lo più appunti su cose che devo migliorare, o segreti che raccoglie sulle mie avversarie per studiare possibili soluzioni future. Quasi mai è capitato che lo utilizzasse per complimentarsi di qualcosa che ho fatto (ride, ndr)». Però per quanto siano caratterialmente all’opposto, Daria ha una profonda ammirazione per lei tanto da ritenerla una delle persone più importanti della sua vita.
L’ottimo inizio di stagione ha poi avuto seguito sulla terra, con la semifinale al torneo di Roma. A livello personale, ti stai accorgendo che qualcosa, nella tua vita, sta cambiando?
«Ti confesso una cosa: non sapevo cosa attendermi dalla stagione sulla terra a causa del mio infortunio al ginocchio, che mi ha levato per due anni la possibilità di allenarmi su questa superficie, e lo stesso vale adesso per l’erba. Non manca molto al mio rientro, ho già ricominciato ad allenarmi e con grandi probabilità dovrei essere pronta per Eastbourne, la settimana prima di Wimbledon, e non voglio pormi aspettative. Non mi piace perché alla fine questo mi mette solo tanta pressione, sono però molto curiosa di vedere come andrà. Sarà la mia prima volta a Wimbledon nel tabellone principale, ho giocato il torneo junior, le qualificazioni, ma è qualcosa di totalmente diverso. Certo, ho vinto tante partite e mi sto divertendo tantissimo, so anche che adesso le persone potranno creare pressione su di me perché ogni volta che vado in campo gli occhi su di me saranno sempre di più, ma io non voglio farci caso. Voglio pensare a me stessa che gioco a tennis e mi diverto a fare quello che faccio, non a quello che può succedere se per esempio perdessi una partita. Non succede nulla se perdo, sarò sempre io».
Ti sei fatta conoscere grazie al successo su Maria Sharapova. Tu stessa indicavi nella russa una delle giocatrici che ti hanno spinto a diventare una tennista. Che cosa hai provato affrontandola in quel match a Miami?
«Sharapova è una giocatrice fantastica, di livello assoluto e che incute veramente tanto timore. E’ proprio di un livello più alto rispetto a moltissime altre. Ti mette pressione ad ogni punto, non ti lascia respirare, anche per questo è tra le migliori al mondo ed è sempre difficilissimo scendere in campo contro di lei. Durante i primi mesi della stagione ho giocato diverse partite contro le migliori, perdendo due volte con Kerber e due volte con Halep riuscendo però a vincere sempre un set, e questo mi ha aiutato ad arrivare a quel match di Miami sapendo cosa fare per provare a darle fastidio. Pensavo “Sono riuscita a prendere un set a loro, posso farcela anche contro Maria” però non so dirti esattamente se fossi convinta o solo un modo per darmi fiducia. Poi ho vinto il primo set ed ero carichissima, mi ripetevo “Dai! Forza! Puoi farcela!” ed alla fine ce l’ho fatta davvero».
Dopo ti sei fermata un mese ed hai scelto l’Italia per allenarti sulla terra rossa. Come mai questa scelta? cosa ricordi con piacere quel periodo?
«Il mio preparatore atletico ha origini italiane e grazie ad alcuni contatti sono riuscita ad allenarmi al centro sportivo della federazione con alcune ragazze e ragazzi più giovani. Da voi italiani ho imparato che siete gente davvero rumorosa (ride, ndr) ed il cibo, buonissimo! Soprattutto la pizza, nessuno la fa come voi! A parte questo, ho avuto l’opportunità di girare in tanti bellissimi posti della Toscana. Ho visitato città con grande fascino come Lucca, Pisa, Livorno. Mi sono fermata vicino alla torre per fare quella foto che ogni turista vuole scattarsi, fingendo di tenere su la torre con una mano. Forse quella che mi è piaciuta di più, però, è Pietrasanta. Piccola, tra le colline toscane, ma il suo centro storico ed il panorama che puoi ammirare sono davvero stupendi, ci ho scattato una fotografia che conservo ancora nel cellulare».
Sappiamo che uno dei tuoi obiettivi più importanti era l’ingresso nella top-50 dopo Wimbledon. Ci sei riuscita con due mesi d’anticipo, puoi rivelare quale sarà il prossimo?
«Sono due. Voglio raggiungere il quarto turno in uno Slam che sarebbe grandioso perché vorrebbe dire superare la prima settimana. Spero di ottenerlo in questa stagione. L’altro obiettivo, visto che ci piace fissare asticelle sempre più alte, è di provare ad essere tra le teste di serie al prossimo US Open».
Ti piace tantissimo utilizzare i social network e dopo il grande risultato di Roma hai caricato una foto su Twitter dove mostravi un paio di scarpe coi tacchi.
«Sono bellissime, vero? Me le sono volute fare come regalo per essere entrata in top-50, le ho indossate qui al player party ma ho scoperto che sono veramente una frana nel camminare con le scarpe coi tacchi, devo assolutamente allenarmi e migliorare. Luke mi ripeteva “Basta, non ti si può vedere!” mentre io camminavo per la stanza cercando di farci l’abitudine».
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