TENNIS – di Samuele Delpozzi. Nessuna sorpresa nel quarto di finale delle sorprese: per una volta i pronostici vengono rispettati e Timea Bacsinszky accede alla sua prima semifinale Slam, 6-4 7-5 in quasi due ore di gioco a spese di un’ottima Alison Van Uytvanck.
Alla vigilia la belga era considerata la grande infiltrata tra le prime otto, non solo in quanto numero 93 delle classifiche, ma perché obiettivamente il suo percorso era stato baciato dalla buona sorte: una sola testa di serie incontrata, l’ultima del seeding Zarina Diyas (32), peraltro a disagio sulla terra. Invece la rossa di Vilvoorde, sorta di incrocio tra Pippi Calzelunghe e il principe Harry, ha saputo tener testa ad una delle giocatrici più calde del 2015, una Bacsinszky ormai in formato top-10 e già numero 7 della race.
L’avvio sembrava preludere ad una mattanza, con l’elvetica subito avanti 3-0 “pesante” e prontissima a colpire con il suo rovescio mortifero. Il match inizia a farsi davvero interessante quando la Van Uytvanck smaltisce l’iniziale nervosismo, ingaggiando un appassionante duello a suon di smorzate con la rivale. Due tenniste accomunate dallo stile inusuale, ricco di variazioni e tocchi raffinati, ormai merce sempre più rara, ma al tempo stesso agli antipodi nell’impostazione tattica da fondocampo: Timea, come detto, predilige nettamente il rovescio – è una delle pochissime che addirittura lo gioca a sventaglio dall’angolo destro del campo – mentre Alison preferisce comandare di diritto, secondo schemi più canonici.
Archiviato il primo set per 6-4, la tennista di Losanna ha l’opportunità di chiudere definitivamente il discorso sul 3-1 del secondo, quando si procura due palle del doppio break che appaiono altrettanti match point in incognito. La Van Uytvanck però non ci sta, e con il coraggio e l’incoscienza dei ventenni annulla la bellezza di sei break point in due turni di servizio, instillando finalmente qualche dubbio nella psiche avversaria.
Al termine del settimo gioco c’è anche una piccola controversia, quando la fiamminga abbandona il campo per una sosta fisiologica non prevista, provocando la reazione irritata della Bacsinszky, che richiede sanzioni all’arbitro in caso di sforamento del minuto e mezzo di pausa regolamentare: alla fine i minuti d’interruzione saranno ben quattro, mentre Timea, inascoltata, inganna l’attesa provando il servizio.
La svizzera, fisicamente tirata a lucido come non mai, dimostra anche notevoli progressi sul piano della tenuta mentale e della concentrazione: lasciate alle spalle le numerose occasioni sprecate, il sorpasso subito e le pause inattese, riprende a macinare vincenti di rovescio – saranno ben 26 in totale – e piazza il break decisivo sul 5-5, chiudendo poi con l’ennesimo winner bimane, un meraviglioso lungolinea. Altrettanto bello l’abbraccio a rete tra le protagoniste di un match godibilissimo, sperando di ritrovarle a questi livelli anche in futuro.
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