TENNIS – DI GIANLUCA ATLANTE – Questa volta, ci narrano le cronache parigine, sembra che sia stata colpa di un pesce, magari mal cucinato o di un qualcosa vicino ad esso. Resta il fatto, a maggior ragione, che al nostro Fabio Fognini, le orecchie andrebbero tirate, sempre e comunque. Uno Slam non è un torneo qualsiasi.
E, proprio in virtù di quanto affermiamo, va preparato e, successivamente, curato nei minimi particolari. Anche per quanto concerne il room-service, colpevole di aver offerto, a tarda ora, quel che passava il convento al povero tennista di Arma di Taggia, finendo con il procurargli danni irreparabili, o comunque tali dal non potergli permettere di offrire una valida difesa al cospetto del transalpino Paire. E così la sconfitta al secondo turno ha finito per fare a cazzotti con il mal di stomaco. Ma, come si usa dire da sempre, chi… “è causa dei suoi mali, pianga se stesso”. E la leggerenza con la quale, a tarda ora, ci si è affidati al room-service, è un qualcosa che fai il paio con le sceneggiate in campo e con quello che, da sempre, raccontiamo del nostro tennista. Questo è Fognini, signori. Nè più, né meno. Da prendere o da lasciare, ma con quella straordinaria potenza nelle gambe e quel saper gestire la racchetta, sicuramente, meglio di tanti altri, noi continuiamo a tenercelo. Tante volte a fatica, ma lo facciamo. Sperando che un giorno, il nostro grande Adriano Panatta, finisca col trovare terreno fertile nelle sue parole. Certo, vincere uno Slam, allo stato attuale delle cose, ci sembra un sogno. Più facile trovare un pacco da 500mila euro su Rai Uno, ma con tutto il mal di stomaco annesso e connesso, prendere tre set a zero da Paire, al secondo turno, è un qualcosa che ci fa incazzare particolarmente. Perchè Fognini, lo crediamo ancora, non è uno che può prendere tre set a zero dal transalpino. Nemmeno con il vomito in tasca, pronto ad inseguirlo in ogni angolo. Ogni volta, però, siamo qui a raccontarlo. A trovare spiegazioni a ciò che il buon Fabio combina sul campo. Ogni volta ci ripromettiamo che questa è l’ultima volta volta di una difesa arcigna e incomprensibile, ma gli vogliamo bene al guascone ligure. Perchè sappiamo che, lui e Bolelli, sono quanto di meglio si possa chiedere al nostro tennis al maschile, in attesa che qualcosa di nuovo si concretizzi. Per davvero…
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