TENNIS – DI DANIELE AZZOLINI – Pensieri sparsi sul Foro, in una nuova rubrica che vedrà “girare” le firme di Daniele Azzolini e Luigi Ansaloni. La parola di oggi è… Trasecolare. In tutte le sue declinazioni. Basta ascoltare certi pronostici per smarrirsi, e cadere nel deliquio.
Le mie brevi incursioni al torneo sono tutte un sussultare di trepidanti sbalordimenti, di strabilianti palpitazioni, e di lunghe sedute terapiche a bocca aperta. Trasecolo, di tanto in tanto, come avete capito. Ed è bello trasecolare a Roma, ci si sente in tono con la città. Al Foro, poi, mi riesce benissimo. Trasecolo per i pronostici che sento fare… Bolelli ha l’ostacolo Wawrinka per un quarto con Nadal, mi dice uno. Giornalista. Ah… Lo prendo per buono, in fondo, perché no? Non ho visto il tabellone, e dunque… Forza Bolelli, che mi sta pure in gran simpatia.
Poi l’occhio mi cade sul sorteggio, e vedo il Bole incastrato fra Thiem e Simon. Oh cacchio! Se arriva a Wawrinka, penso, ha già fatto due imprese. Forse Thiem, ma un ribattino come Simon, e quando lo batti su queste sabbie? La corsa, lo avete visto, s’è fermata a Thiem, e Bole non ha giocato manco male. Non è stata una questione di colpi a sottolineare l’inferiorità del nostro, che pure è stata millimetrica nell’occasione. In quanto a colpi Simone sta messo bene, da sempre. Semmai si è trattato di un problema di presenza in campo. Thiem, che ha sette anni meno, sembra già più abituato a recitare da protagonista.
E dunque il Bole, che ha sette anni di più, forse non si abituerà mai. Nei due tie break, la faccia dell’austriaco era in modalità “qui vinco io qualsiasi cosa tu possa inventarti”. Sembrano valutazioni un po’ empiriche, lo so. Ma scordatevelo che nel tennis moderno conti di più che cosa sai realmente fare con la racchetta. Forse negli anni Cinquanta. Ora anche le occhiatacce fanno parte del corredo tecnico. Dice… M’è partita un’occhiataccia che nemmeno l’ha vista passare. Ma era di dritto o di rovescio? Di dritto, lungo linea… Thiem ha vinto più o meno così.
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Trasecolo, anche per me stesso. Rincoglionito come sono, oggi ho sbagliato accredito. Ho passato i primi due varchi, però. Mi guardavano strano, ma agli Internazionali ci sono abituato. Sarà che sono amico di Panatta… Al terzo controllo mi hanno fermato. Stop, il suo accredito non è valido. Tiro giù qualche moccolo, poi mi faccio accompagnare alla sala stampa con un pass giornaliero. All’uscita ritrovo quello che mi guardava strano. Ma perché non mi ha fermato, chiedo. Ho visto Rolex, ho pensato che fosse un Vip. Ma chi, io? Ma quale Vip, mi sono solo messo al collo, per sbaglio, l’accredito del Montecarlo Rolex.
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