TENNIS – ROMA – DI FABRIZIO FIDECARO – Novak Djokovic firma il poker agli Internazionali d’Italia, mentre il suo avversario Roger Federer arriva alla quarta sconfitta in finale su altrettanti tentativi. Il numero uno del mondo ha sconfitto il n. 2 con il punteggio di 64 63.
Riecco RoboNole. Al momento giusto, proprio nella sfida più dura della settimana agli Internazionali: la finale contro Roger Federer. Lo avevamo lasciato un mese fa travolgente a Monte-Carlo, ma a Roma Novak Djokovic aveva stentato lungo il suo cammino verso l’ultimo atto. Un set ceduto al debutto contro Nicolas Almagro, un altro a Thomaz Bellucci (con il quale era stato costretto alla rimonta), un terzo a Kei Nishikori, prima del doppio 64 in semi a David Ferrer, che, seppure solo a tratti, già aveva preannunciato il ritorno in grande stile.
Oggi, però, è stata tutta un’altra storia. Il numero uno del mondo si è dimostrato semplicemente troppo solido per un Federer che era approdato al match clou senza lasciare per strada nemmeno un parziale. Lo si è cominciato a intravedere fin dagli scambi iniziali, ma Roger è stato bravo a mantenere l’incontro in equilibrio fino al 4 pari del primo set. Anzi, nel nono game, il fuoriclasse di Basilea si è addirittura procurato una palla break, che Nole ha annullato con un’inarrestabile progressione di sventagli di diritto. Nel game successivo, dopo che Federer aveva mancato due chance per l’aggancio sul 5 pari, il serbo è arrivato a disporre del suo primo breakpoint in assoluto grazie a una fantastica risposta incrociata di diritto e, implacabile, l’ha convertito immediatamente, su un rovescio in rete dell’avversario.
Il pubblico credeva ancora nel recupero di Fed-Ex, il cui nome continua a non figurare nell’albo d’oro del Master 1000 capitolino. Djokovic, però, ha spento immediatamente ogni possibile entusiasmo quando, sull’1-0 del secondo parziale, ha nuovamente strappato la battuta al n. 2. In verità Roger si è salvato da 15-40, ma, alla terza chance, ha sbagliato malamente un diritto in uscita dal servizio. Nole è così salito 3-0 – striscia di cinque game consecutivi – e, dopo che lo svizzero ha salvato la palla del 4-0 con un bel serve & volley, si è poi limitato a difendere con la massima autorità il vantaggio acquisito fino al 64 63 conclusivo, maturato in un’ora e quindici minuti.
Il vincitore non ha trattenuto la sua gioia, esplodendo in una serie di balzi. Prima di ricevere il trofeo, però, ha dovuto attendere la lunga esecuzione da parte della cantante lirica Milena Pericoli – nessuna parentela con Lea – di “Un amore così grande”, successo di Claudio Villa rispolverato di recente dai Negramaro. Significativo che Novak, come nei giorni scorsi, abbia voluto rendere omaggio alla città, scrivendo sul pennarello con la telecamera “Grazie ancora, Roma” e circondando le parole con un grosso cuore.
Per Djokovic è il quarto titolo a Roma (i precedenti nel 2008, 2011 e 2014), per Federer la quarta sconfitta su altrettante finali disputate (le altre: nel 2003 con Felix Mantilla; nel 2006 e nel 2013 con Rafa Nadal). Il tennista di Belgrado è ormai vicinissimo al rivale nel bilancio complessivo degli head to head (19-20), lo ha raggiunto sul 4 pari nei match sulla terra e lo ha staccato (24-23) per quanto concerne i titoli Master 1000 (solo Nadal ne ha vinti di più: 27).
Nole si affaccerà a Parigi con una serie aperta di 22 vittorie consecutive, le ultime dieci sul rosso. Solo lì sapremo in modo definitivo se Nole abbia fatto bene o no a saltare Madrid. Di certo qui la sua condizione è apparsa in deciso crescendo, raggiungendo l’apice oggi. La capacità di innalzare il proprio livello in funzione della difficoltà dell’impegno è caratteristica dei campioni veri, e il serbo lo è, senza se e senza ma. Al Roland Garros sarà lui l’uomo da battere, il principale candidato a infrangere la decennale egemonia nadaliana.
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