TENNIS – Di Piero Vassallo
Djokovic allunga la sua striscia positiva: 22esima vittoria consecutiva e sesta finale stagionale. Ferrer gioca un buonissimo match, ma non basta: doppio 6-4 in favore del serbo.
Giusto qualche piccolo rammarico, ma David Ferrer ha veramente poco di cui rimproverarsi. Per un’ora e mezza abbondante ha giocato alla pari con Djokovic e tutto sommato non è una sorpresa: dei cinque confronti giocati sulla terra, lo spagnolo ne aveva vinti tre e negli altri due era riuscito a trascinare il serbo al terzo. Il numero 1 del mondo ha fornito un’altra prova non entusiasmante, stavolta non ha lasciato per strada un set ma il livello di gioco non è stato comunque da ricordare.
Nei punti importanti però Nole è sempre stato molto attento e infatti è proprio su quei pochi punti che si è decisa la partita. Nel primo set ha preso il break di vantaggio già nel corso del terzo gioco e da lì si è limitato ad amministrare, Ferrer ha fatto partita pari ed è rimasto in scia ma di occasioni vere ne ha avuta solo una: una palla break nel decimo gioco su cui è stato anche sfortunato, visto che ha comandato l’intero scambio ma il dritto gli è finito lungo di pochi centimetri.
Anche nel secondo parziale nessuno strappo significativo, entrambi hanno avuto due palle break a testa: Djokovic in apertura di set, mentre Ferrer nel sesto gioco. Non appena lo spagnolo ha avuto un minimo calo però, il serbo è stato spietato e si è subito preso il break nel nono gioco, assicurandosi la possibilità di servire per il match. Adesso potrà godersi la seconda semifinale comodamente seduto sul divano, con la certezza di sapere che domani dovrà sfidare uno svizzero: chi tra Federer e Wawrinka è ancora da decidere.
Nel frattempo bisogna ritoccare i numeri: quella di domani sarà la sua finale numero 76, gliene manca solo una per agganciare Edberg e il suo coach Becker entrando così nella top 10 dell’era Open. Per la sesta volta si giocherà il titolo degli Internazionali d’Italia, fino ad ora conquistato tre volte (2008, 2011 e 2014), mentre nei Masters 1000 sale a quota 34 finali (staccato Lendl).
Per sua stessa ammissione il livello di gioco è ancora lontano da quello di Monte-Carlo, ma nonostante tutto è ancora in finale. Ha una settimana di tempo per presentarsi al meglio per il Roland Garros e chiudere definitivamente il cerchio, ma nel frattempo ha l’opportunità di ritoccare il suo palmares e ribadire ancora una volta che in questo momento è una spanna sopra tutti gli altri.
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