TENNIS – ROMA – DI FABRIZIO FIDECARO – Il campo centrale del Foro Italico presenta numerosi avvallamenti, di cui un po’ tutti i giocatori si sono lamentati, nel timore di possibili infortuni. Tra coloro che hanno espresso il loro punto di vista al riguardo spiccano Novak Djokovic e Roger Federer, protagonisti della finale odierna.
Novak Djokovic, Roger Federer e… le buche sul centrale del Foro Italico. Ieri entrambi i protagonisti dell’attesissima finale odierna degli Internazionali hanno espresso accorate lamentele per la maniera in cui è stato preparato il campo più importante del torneo. Quest’anno la terra rossa è piena di buche e avvallamenti che si formano in varie zone: ovviamente, soprattutto le più calpestate, come quelle dove i giocatori servono e si apprestano a rispondere, di poco dietro alla linea di fondo. Si rischia di scivolare e farsi male e, insomma, non si riesce a giocare tranquilli al 100 per cento. Anche nella semifinale femminile tra Maria Sharapova e Daria Gavrilova è accaduto più volte che le contendenti facessero presente seccate la cosa all’arbitro, che è sceso più volte dal seggiolone per cercare di aggiustare personalmente determinate aree.
«Non amo parlarne troppo, ma le persone devono capire che a questo livello ogni cosa ha importanza per noi, soprattutto il campo e lo stato della terra», ha spiegato Djokovic. «È ovvio che le condizioni non siano quelle che dovevano essere, l’anno scorso la situazione era migliore. Stavolta, da quello che ho capito, hanno iniziato a preparare i campi troppo tardi, soltanto tre settimane fa, e questo non è sufficiente per dei professionisti. Spero che l’anno prossimo abbiano un approccio diverso e preparino le cose al meglio».
«Ci sono un paio di punti sul campo dove le buche sono molto grosse», ha continuato l’attuale numero uno del mondo. «Non solo al servizio, ma anche dopo, puoi facilmente metterci il piede e slogarti una caviglia. È pericoloso giocare in queste condizioni, per tutti. Puoi andare a riparare il buco, ma al punto successivo sarà ancora più grande. Certo, le condizioni sono le stesse per tutti. Mi auguro solo, per il bene di questo torneo che amo, che l’anno prossimo si assicurino di fare tutto nei tempi giusti».
«Il problema è che si staccano dei pezzi», ha confermato poi Federer. «Non è l’ideale, cominci a preoccuparti, giochi e ti muovi preoccupato. Credo che sarà fatto tutto il possibile per preparare un buon campo per la finale, è normale che sulla terra alcune zone siano utilizzate più spesso: alla risposta, al servizio, un po’ come accade sull’erba. Non sono spaventato al riguardo, ma certo non è l’ideale. Mi auguro che per la finale le cose siano sistemate: se poi non fosse così, cercheremo comunque di superare questo problema».
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