TENNIS – MADRID – Dal nostro inviato Piero Vassallo
Sarà Andy Murray a sfidare Rafa Nadal nella finale del Masters 1000 di Madrid, in programma domani alle 19. Lo scozzese ha battuto il finalista uscente Kei Nishikori col punteggio di 6-3 6-4 e giocherà la seconda finale consecutiva sulla terra battuta.
Il curioso caso di Andy Murray: in 10 anni da professionista non aveva mai giocato neanche una finale ATP sulla terra battuta, domani invece disputerà la seconda nel giro di una settimana. Sarà lui ad avere l’ingrato compito di spodestare Rafa Nadal dal trono della Caja Magica: non ci sarà dunque l’affascinante rivincita della finale dell’anno passato, quando Kei Nishikori fu tradito dalla schiena sul più bello, con un set e un break di vantaggio sul maiorchino e un titolo che sicuramente non gli sarebbe sfuggito.
Il giapponese cede per la quarta volta allo scozzese e deve mettere da parte i suoi desideri di rivalsa, almeno per ora. Vince Murray e lo fa con merito, giocando meglio i punti importanti, soprattutto in risposta, un colpo che lo ha sostenuto per tutto il match. Proprio una bella risposta di rovescio gli ha consegnato il primo break del primo set, lasciando il segno nella testa di Nishikori che nel nono gioco si è fatto nuovamente breakkare.
L’allievo di Michael Chang è andato avanti di un break nel secondo set, ma un errore di dritto (colpo con il quale è stato abbastanza falloso) ha rimesso in corsa Murray. Sempre più sotto pressione, il nipponico ha chiuso la partita nel modo peggiore possibile facendosi rimontare da 30-0 e spedendo il dritto in corridoio in occasione del match-point del britannico.
Per il numero 3 del mondo quella di domani sarà la finale numero 49 in carriera, la quarta della stagione, la numero 14 nei Masters 1000: ne ha vinte 9, ma soltanto una negli ultimi tre anni, quando invece nel quadriennio 2008-2011 ne aveva conquistate otto. Consolida la seconda posizione nella Race e finalmente inizia a cogliere risultati di rilievo sulla superficie su cui da ragazzino si è allenato per molto tempo, nell’Accademia Sanchez-Casal di Barcellona.
Per tornare a vincere un torneo 1000 dopo due anni di digiuno (l’ultimo a Miami nel 2013, battendo in finale David Ferrer) dovrà superare l’ostacolo più difficile di tutti: quel Nadal contro cui non ha mai vinto sul rosso. Difficile che possa farcela, soprattutto vista la prova odierna dello spagnolo, apparso nuovamente tonico e in palla come non si vedeva da tempo. Se vorrà avere qualche possibilità Murray sarà obbligato a servire bene e soprattutto dovrà reggere mentalmente la pressione dell’iberico e di tutto il Manolo Santana, cosa che quest’anno non è riuscito a fare contro Djokovic, subendo due 6-0 a Miami e in Australia.
Magari potrà essergli d’aiuto pensare che in fondo lui a Madrid ci ha già vinto: era il 2008, ma all’epoca si giocava a ottobre, su un’altra superficie e in un altro impianto. Impossibile trovare analogie, ma in circostanze come queste ogni pensiero positivo può essere un piccolo aiuto
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