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Atp Madrid – Kyrgios stellare, battuto Federer in un autentico thriller

TENNIS – Di Samuele Delpozzi

MADRID. <<Non sono più un teenager, è tempo di fare sul serio!>> aveva detto Nick Kyrgios solo qualche giorno fa, a proposito del compleanno appena festeggiato.

Beh, decisamente è stato di parola: la scorsa settimana, al debutto da ventenne, ha raggiunto la sua prima finale ATP ad Estoril, mentre quest’oggi si è regalato il secondo scalpo top-10 della carriera, superando addirittura Roger Federer sul grande palcoscenico di Madrid. 2-7 7-5 14-12 il punteggio finale a favore dell’australiano, tre tie-break per dirimere una contesa non sempre bellissima, qualitativamente parlando, ma che più serrata ed emozionante non si poteva. 

Un Federer non certo fortunato col sorteggio, reduce dal titolo vinto (con grossa fatica) ad Istanbul e subito opposto ad una delle mine vaganti più temibili, peraltro già rodata da una vittoria convincente su Gimeno-Traver.
Ed è proprio Kyrgios a colpire a freddo, strappando la battuta in apertura all’elvetico, ancora imballato. Il giovane aussie conferma però quanto di buono si dice su di lui, mostrando il solito combo di servizio devastante e diritto pesantissimo, ma anche un rovescio davvero migliorato, sia in risposta che – soprattutto – nella tenuta dello scambio prolungato. Avanti 5-4 e servizio – e dopo aver concesso la miseria di un punto nei propri turni di battuta – a Nick s’inceppa la prima palla, finendo per concedere il controbreak alla terza occasione utile: un piccolo passaggio a vuoto, tutto sommato comprensibile data l’inesperienza e la caratura dell’avversario, ma che tuttavia gli costa il set.

Il tie-break, dominato da Federer 7-2, vede anche le reiterate proteste di Kyrgios, imbufalito per un servizio chiamato (erroneamente) out, con conseguente punto perso e warning comminatogli dall’arbitro Lahyani. L’australiano sembra disunirsi, preda del nervosismo e sull’orlo del ko, ma proprio in questo frangente chiarisce a tutti perché sia considerato uno dei giovani più futuribili: indietro 0-2, 0-30 nel secondo, recupera il break con risolutezza e personalità da campione navigato, di quelli che proprio non ci stanno a perdere.
Entrambi aggressivi ed estremamente rapidi tra un punto e l’altro – 15 secondi di media per Federer, 18 per Kyrgios -, da metà secondo set in avanti concedono pochissimo al servizio, rendendo inevitabile un ulteriore tie-break: stavolta è Nick a partire molto meglio, controllando poi il ritorno orgoglioso dell’elvetico per chiudere 7-5.

Il parziale decisivo è, se possibile, ancora più serrato, senza l’ombra di una palla break: entrambi si districano da fuoriclasse in un paio di situazioni difficili (0-30, 15-30, parità), Roger si porta anche a due punti dalla vittoria a più riprese, sia sul 5-4 che sul 6-5, ma l’ennesimo tie-break appare la soluzione più giusta per chiudere un match così.
Nessuno immaginava però che gran finale sarebbe stato! Polverizzati i set precedenti quanto ad emozioni e ribaltamenti di fronte continui, alla fine è il ventenne di Canberra a spuntarla al sesto match point, 14-12, dopo averne neutralizzati due sul 6-7 e 10-11.

Kyrgios, già quartofinalista a Wimbledon 2014 ed all’Australian Open di gennaio, si mette in saccoccia il secondo scalpo eccellente, dopo la vittoria su Nadal proprio sui prati londinesi. Ma ancora una volta, al di là della tecnica (comunque miglioratissima), è la tempra ad impressionare: non è il giovane più elegante in circolazione, e probabilmente nemmeno il più completo, eppure nessuno come lui mostra un’incrollabile fiducia nei propri mezzi – al limite della sfrontatezza  unita ad una perenne sete di vittoria. Lo sanno bene Gasquet, battuto a Wimbledon nonostante i 9 match point a favore, ed anche il nostro Seppi, cui è toccata analoga sorte a Melbourne (seppur con meno occasioni da rimpiangere).
Da stasera ne sarà al corrente anche un mostro sacro come Federer, le cui quotazioni per un’apparizione a Roma sono nuovamente in rialzo.

 

Redazione

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